«Spezziamo la linea per renderla efficiente e aumentare le corse»

De Berti spiega le ragioni dei cambiamenti e promette mezzi più moderni, lotta ai ritardi e l’introduzione di alcuni diretti sia per Treviso e Venezia che per Vicenza nei giorni festivi
Di Gianluca de Rosa

CALALZO. È ancora buio quando il regionale 5951 lascia la stazione di Calalzo diretto a Belluno.

Tra gli assonnati ed infreddoliti pendolari, per lo più studenti, ieri c’era anche l’assessore regionale ai trasporti e alle infrastrutture Elisa De Berti, salita in Cadore con l’obiettivo di tastare con mano la reale situazione in cui versano i trasporti pubblici, soprattutto nei collegamenti tra montagna e pianura, dopo le recenti polemiche.

Polemiche a cui la De Berti risponde così: «Il pomo della discordia è la rottura di carico disposta sulla tratta che collega Belluno a Padova. Per la Regione sarebbe stato molto semplice assecondare il volere dei sindaci lasciando tutto com’era ma l’obiettivo è invece quello di salvaguardare i pendolari che non ci hanno mai chiesto treni diretti ma maggiore puntualità. E la rottura di carico, checchè si pensi, aiuterà proprio a migliorare i tempi di percorrenza a cui si aggiungeranno ulteriori corse. Rimarrà qualche disagio legato al cambio di treno ma sarà il male minore se visto in un contesto generale».

L’assessore analizza a fondo la situazione in cui versa il trasporto pubblico su rotaia in Veneto partendo proprio dalla tratta Belluno - Padova: «La peggiore in assoluto, capace di accumulare ritardi fino a 60 minuti, in alcuni casi si è arrivati anche a 120. Il problema sta tutto nelle locomotive usurate che non sopportano tale tragitto, soprattutto tra Montebelluna e Belluno. La rottura di carico migliora la situazione perché tra Montebelluna e Belluno è stato introdotto un Minuetto più agile mentre il più spazioso 445 rimarrà sulla tratta Montebelluna - Padova, quella maggiormente frequentata dai pendolari».

Pendolari che, stando alle parole dell’assessore, sono soddisfatti delle nuove introduzioni.

«Lo confermano i numeri che vedono i fruitori dei treni aumentare su tutto il territorio regionale. Evidentemente il servizio non sarà poi così male». In realtà molti comitati di pendolari contestano le disposizioni. L’assessore Elisa De Berti approfitta per annunciare alcune novità a partire dal prossimo 13 dicembre: «Entrerà in vigore un diretto tra Belluno e Treviso così come il diretto nel weekend tra Venezia e Calalzo nonché, solo la domenica, un diretto con relativo ritorno del Vicenza-Padova-Calalzo. Sarà poi potenziata l’elettrificazione di alcune linee come quella tra Conegliano e Vittorio Veneto oppure quella che collega Montebelluna a Castelfranco. L’elettrificazione era un punto chiave del programma elettorale del presidente Zaia ed avrà il merito di migliorare la linea ferroviaria dando la possibilità di utilizzare treni diversi».

Oltre alla rottura di carico, altro tema scottante in materia di trasporto pubblico su rotaia è rappresentato dai treni antiquati, meritevoli di andare in pensione: «Martedì porterò in giunta la bozza del contratto ponte che avrà il compito di traghettare il vecchio contratto tra Regione Veneto e Trenitalia in vista del nuovo bando in cui sono previsti imponenti investimenti. Tra questi figura l’acquisto di nuovi mezzi che però avranno tempi di consegna piuttosto lunghi. Posso già dire che, indipendentemente da chi sarà l’ente gestore (non per forza Trenitalia che comunque rimane il favorito) i nuovi treni arriveranno nel 2020. Da qui la necessità di introdurre le rotture di carico lungo i percorsi più complicati in maniera da evitare il collasso dei treni logori e la conseguente soppressione delle tratte».

Le conclusioni della De Berti sono “dedicate” ai sindaci contestatori di feltrino e bellunese: «L’ultimo tema dipanato rappresenta il nocciolo della questione che qualcuno non ha capito. L’obiettivo della Regione è salvaguardare i pendolari, non certo lasciarli a piedi. In certi casi serve tanto buonsenso. I nuovi treni porteranno belle novità per il territorio bellunese ma so già che le polemiche non mancheranno. In fin dei conti fanno parte del gioco».

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