Spi: i dirigenti Usl si riducano i compensi
BELLUNO. «È venuto il momento che i dirigenti, i direttori delle aziende sanitarie, si riducano i compensi che sono troppo, troppo esorbitanti».
A chiedere questa azione di «responsabilità visto che si sono ridotti le indennità anche i presidenti di Camera e Senato», è il segretario della Spi Cgil, Renato Bressan, che interviene indirettamente nella querelle per il cambio al vertice dei servizi sociali dell’Usl n. 1. «Mi chiedo come si possa assumere un'altra persona da fuori, per svolgere quelle stesse funzioni quando hai già all'interno della tua amministrazione una competenza di questo genere. Mi pare che questo si sposi male con la necessità di ridurre le spese e di ottemperare alla spending review. Ricordiamoci che i dipendenti pubblici sono pagati coi soldi dei cittadini. E siccome di soldi oggi ce ne sono sempre meno, è consigliabile non solo usufruire di professionalità già presenti all’interno ma anche ridurre i compensi dei dirigenti e dei direttori», sottolinea Bressan.
«Quello che mi preoccupa, al di là di chi verrà a dirigere i servizi sociali, è capire come vengono spese le risorse pubbliche. Sappiamo tutti che gli stipendi nella pubblica amministrazione sono esorbitanti. In un momento in cui i trasferimenti dallo Stato sono sempre meno, dalla Regione lo stesso, dove i servizi sono a rischio, credo che anche i dirigenti e i direttori delle Pa e della sanità potrebbero capire che togliendosi parte dei compensi potrebbero recuperare risorse da sfruttare per migliorare e potenziare i servizi che iniziano a mancare sul territorio».
Bressan puntualizza che «nelle due Usl per il gruppo dirigente vanno via 2 milioni di euro. La questione delle risorse è molto importante e ne va del nostro futuro. Trovo quindi incomprensibile una scelta come quella proposta del dg Faronato di declassare un suo dirigente per metterne un altro, aumentando la spesa per i cittadini. Comunque come sindacato, normalmente di fronte al demansionamento siamo soliti impugnarlo».
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