Spilla soldi agli anziani con la truffa sulle case
LAMON. Si è finto un intermediario immobiliare riuscendo a spillare soldi a due coppie di anziani di Lamon e Sovramonte, che si erano fidati versandogli in tutto quasi settemila euro in contanti. A conclusione di una lunga indagine condotta dai carabinieri di Lamon supportati dai colleghi della compagnia di Feltre, l’uomo è stato arrestato a Marghera dagli uomini dell’Arma del posto. Si tratta di Graziano Da Lio, 66 anni, veneziano, che nel Feltrino era conosciuto con il nome falso di Graziano Tarsilio, con una residenza fittizia a Pedavena, di fatto senza fissa dimora dal 2010. Un truffatore patentato, come è stato possibile dimostrare nell’ambito di questa indagine e spulciando tra i suoi precedenti con diversi episodi di raggiri commessi nel Veneto e in Lombardia sfruttando società fittizie a lui intestate che utilizza per fornire una artificiosa credibilità del suo operato. I carabinieri di Marghera sono riusciti ad arrestare Da Lio dopo un lungo periodo di ricerche grazie alle dritte dei colleghi feltrini.
L’indagine è scattata nel gennaio del 2016, quando due anziani coniugi di Lamon presentano querela alla locale stazione: dopo avere messo in vendita un’abitazione di loro proprietà vengono contattati da un sedicente intermediario che dice di chiamarsi Graziano Tarsilio, il quale sostiene di essere in grado di reperire un acquirente per un prezzo maggiore di quello richiesto dai coniugi. Stipula un falso contratto di compravendita, lasciando ai coniugi di Lamon, come garanzia una cambiale da ventimila euro. Tale cambiale, però, oltre a essere totalmente priva di valore perché rilasciata con l’inganno, per la mancanza del bollo non poteva neanche avere titolo esecutivo. Da Lio alias Tarsillo, per la sua mediazione, si fa pagare in contanti 2.440 euro.
Nello stesso mese di gennaio 2016, il veneziano colpisce nel sovramontino, questa volta a danno di un’altra coppia di anziani residenti all’estero. Questa volta, per la consulenza, riesce a scucire 4.492 euro. La sensazione degli investigatori è che qualche altra persona potrebbe essere stata raggirata da Da Lio ed è per questo che viene fatto un appello, ad eventuali altri truffati, a farsi avanti rivolgendosi alle forze dell’ordine. I carabinieri di Lamon hanno comunque raccolto gravi e concordanti indizi di colpevolezza, che riferiti all’autorità giudiziaria hanno consentito di emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita alcuni giorni fa a Marghera.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi