Sponsorizzazioni sovrafatturate impresario a giudizio

Il figlio correva in Formula 2000, ma secondo l’accusa sono stati dichiarati 100 mila euro di troppo
Di Irene Aliprandi

BELLUNO. Secondo l’accusa le sponsorizzazioni “reali” erano ben inferiori a quelle contabilizzate in detrazione. Un imprenditore bellunese si trova a processo con l’accusa di aver evaso il fisco attraverso sponsorizzazioni sovrafatturate nell’ambito delle corse automobilistiche.

L’imprenditore (difeso dall’avvocato Loris Tosi di Venezia, ieri sostituito dall’avvocato Damiano Zardini) era infatti sponsor del figlio, un ragazzo particolarmente dotato e capace di raggiungere la Formula Renault 2000, campionato che si svolge a livello europeo e che rappresenta l’anticamera per le categorie più prestigiose nell’ambito delle monoposto a ruote scoperte, come la Formula 1. Il giovane ha seguito un percorso molto comune, partendo dai kart quand’era un ragazzino, ma gli appassionati di automobilismo sanno che il talento non basta mai, perché prima contano i soldi e anche quelli non bastano mai. Si calcola che per una stagione vincente in Formula 2000 servano più di 200 mila euro.

Il figlio dell’imputato ha sempre corso (e speso molto), ma gli anni contestati all’imprenditore sono quelli dal 2007 al 2009. L’indagine partì da un accertamento casuale dell’Agenzia delle entrate che poi coinvolse la Guardia di finanza coordinata dalla procura di Belluno, proprio per il sospetto di una sovrafatturazione. L’indagine è stata condotta tra il 2012 e il 2013.

Secondo l’accusa c’è una discrepanza di circa 100 mila euro tra le fatture emesse dalla società sportiva per la quale correva il ragazzo e quanto dichiarato nella contabilità annuale aziendale dal padre imputato. In sostanza le fatture emesse dalla società sportiva ammontavano a circa 40 mila euro, ma l’imputato ne ha dichiarate 140 mila. Secondo la difesa l’intera cifra di 140 mila euro è stata regolarmente destinata alla sponsorizzazione.

Durante l’udienza di ieri sono stati ascoltati l’agente di pg della Guardia di Finanza che ha svolto gli accertamenti fiscali in capo all’azienda e c’è stato l’esame dell’imputato, che ha spiegato qual era l’attività sportiva del figlio, con quali società sportive correva e quanto denaro era destinato alle sponsorizzazioni. Il processo è stato rinviato a giugno.

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