Stagista molestata in un hotel depone da dietro il paravento
Paravento e cappuccio in testa. Una ragazza, che a 16 anni studiava all’alberghiero di Vittorio Veneto, era salita a Cortina per un periodo di tirocinio in un hotel: ora accusa un lavapiatti e aiuto cuoco di tentata violenza sessuale. Vive ancora nel terrore di poter rivedere in faccia il marocchino e ha così dato la propria versione dei fatti del 5 febbraio 2015 nascosta da una schermatura decorata con piante e fiori portata da casa sua e anche protetta dall’abbigliamento invernale.
Tanto dettagliata è stata lei, al di là di qualche dimenticanza sul giorno precedente, tanto sbrigativo è stato lui.
Secondo la giovane, lui avrebbe allungato le mani su collo e interno coscia. L’imputato dice invece di essersene andato perché non gli interessava per nulla sapere che i genitori di lei erano separati e con chi viveva. Secondo la giovane donna, intorno alle 23.45 erano «entrambi seduti al tavolo della stanza fumatori. Abbiamo parlato per cinque minuti, poi improvvisamente mi ha afferrata dietro il collo, facendomi avvicinare alla sua bocca. Ha tentato di baciarmi, ma sono riuscita ad allontanarmi e a quel punto mi ha messo una mano all’interno di una coscia vicino all’inguine, prima che riuscissi a lasciare quell’ambiente. Mi ha detto che mi avrebbe fatto divertire e non sarebbe stato egoista, mentre io ero terrorizzata e tremavo, quando ho infilato la chiave nella serratura: ho cercato anche di dirgli che non mi piacevano gli uomini. All’ultimo momento, mi ha stretto un polso, intimandomi di non dire niente nessuno».
Molto si è discusso su porte e chiavi, oltre che su un episodio del giorno prima che la ragazza non ricorda: era in bagno per una doccia, quando l’uomo sarebbe entrato in quanto la porta era aperta e ha visto una sagoma femminile nuda nel box. L’uomo l’avrebbe anche sgridata per non aver chiuso l’uscio, in una zona nella quale giravano sia maschi che femmine, ma è soprattutto la sua ricostruzione dell’accaduto che confligge con quanto raccontato dall’accusa: «Facevo il lavapiatti e anche l’aiuto cuoco. Lei era una stagista e le ho dato le istruzioni che servivano, mandandola anche a pelare le patate. Quella sera mi sono seduto su una vecchia slitta e non sul tavolo, tanto per cominciare».
E l’asserita tentata violenza sessuale? «Non ho fatto niente. Mi ha parlato del fatto che i suoi non sono più insieme e vive con il padre, tutte cose che non mi interessavano, perché mia moglie era incinta del secondo figlio e avevo altro a cui pensare. Lavoro per mantenere la famiglia e il giorno dopo lo stesso titolare dell’albergo non credeva alla ragazza».
Quest’ultima aveva parlato di una testimone che non è stata citata dalle parti e, dunque, sentita. Il difensore Nicolai ha chiesto che venga a testimoniare, per chiarire la vicenda. È stato accontentato con il benestare del pubblico ministero Gallego. Il prossimo appuntamento in aula sarà il 27 marzo. —
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