Standing ovation per Laura Renon
Abbracci e ringraziamenti alla consegna del riconoscimento al chirurgo senologo dell’ospedale
BELLUNO. Scienza e conoscenza unite a profonda umanità, capacità di empatia e rispetto per la fragilità di chi mette la propria vita nelle mani di altri.
Laura Renon, chirurgo senologo dell’ospedale San Martino di Belluno, è da anni punto di riferimento sicuro per moltissime donne che si trovano ad affrontare un male insidioso. E la grandissima stima riposta nei suoi confronti, unita a sincera riconoscenza, sono state dimostrate ieri mattina al Teatro comunale, durante la cerimonia della consegna alla dottoressa del Premio San Martino.
Non solo la platea, ma anche la prima galleria e il loggione erano gremiti. E nel momento in cui la Renon ha ricevuto il riconoscimento dalle mani del sindaco, Jacopo Massaro, tutti i presenti si sono alzati in piedi. Insieme agli applausi, le voci commosse di chi ha voluto dire “grazie”.
«Sono dieci anni che conduco il Premio», ha commentato il giornalista Dino Bridda, «e non ho mai visto una “standing ovation”». Oltre ad autorità cittadine, vertici dell’Usl 1 Dolomiti (rappresentati dal direttore sanitario Giovanni Pittoni) e tanti colleghi, in sala erano presenti molte donne che sono state o sono tutt’ora pazienti della Renon.
«Grazie con tutto il cuore», ha sottolineato la dottoressa. «Ero completamente ignara di questo premio». «Quando sono stata contattata dal Comune, pensavo di aver preso una multa», ha aggiunto sorridendo. E, con l’umiltà che la contraddistingue, ha voluto evidenziare che il riconoscimento «va a una squadra che lavora senza risparmiarsi e con tante rinunce. Nel nostro reparto di chirurgia il primario ha voluto mettere un poster, in cui è scritto che “Nessuno è grande abbastanza da poter fare a meno degli altri”. La realtà è proprio questa: siamo un gruppo che porta avanti un lavoro di qualità e sono fiera di far parte del San Martino, a cui questo Premio è simbolicamente rivolto. Ringrazio chi lavora accanto a me: colleghi, tecnici, operatori e associazioni di volontariato».
La Renon ha poi ricordato, citando l’oncologo Umberto Veronesi, che scopo del medico è garantire la salute dell’uomo e restituirgli dignità. «Il tumore alla mammella ha un grandissimo impatto sociale», ha continuato. «Basti pensare che nel 2016 sono stati contati più di 50 mila casi. Per questo bisogna adoperarsi affinché la cura sia la migliore possibile. Vorrei anche rassicurare tutti, al di là di “chiacchiere” e informazioni inesatte che possono circolare: il “prodotto” che uscirà dalla nostra Usl sarà sempre di elevatissima qualità».
E ha concluso facendo il ringraziamento più importante, quello «alle magnifiche donne che rappresentano il senso di questo lavoro». Nel corso della cerimonia - accompagnata dai brani della “Piccola Orchestra Miari”, diretta da Matteo Andri - sono state ricordate più volte le doti della Renon. Doti che l’hanno resa meritevole del Premio intitolato al Patrono. «La conferenza dei capigruppo consiliari ha raggiunto il “verdetto” all’unanimità, riconoscendo da un lato il lavoro scientifico del medico, e dell’équipe che lo circonda, e dall’altro la disponibilità umana nei confronti di chi deve affrontare la malattia», ha evidenziato Francesco Rasera Berna, presidente del consiglio comunale. «Talenti come quello della Renon costituiscono la ricchezza della città e l’ideale di una comunità aperta e inclusiva, fatta di valori che dobbiamo difende e rivendicare, al di là delle leggi della spesa e dei bilanci. Accendendo nuova speranza, non rinunciataria ma attiva, e sconfiggendo paura e scetticismo». Parole di elogio sono arrivate anche dal sindaco Massaro, che ha messo in risalto «il parallelismo tra le feste che celebriamo oggi: quella del nostro Patrono, della figura eroica di Papa Luciani e del Premio San Martino».
«Quello alla Renon è un riconoscimento a un modo di interpretare il proprio ruolo nella comunità attraverso la professione», ha continuato, «sapendo accompagnare le persone nel percorso più difficile della loro vita e rifuggendo l’indifferenza. La nostra comunità si forma attraverso l’intreccio di virtù diverse: tra queste l’umiltà, riconosciuta a Papa Luciani e insegnataci anche dalla Renon e tanti altri professionisti. Abbiamo bisogno di riferimenti, come lo è l’ospedale San Martino, che rimane presidio di eccellenza riconosciuto dai cittadini».
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