Stangata-pannoloni la casa di riposo paga quasi 24 mila euro

FELTRE. Attesa, temuta ma inevitabile, alla fine la bolletta dei rifiuti è arrivata anche all’Azienda feltrina per i servizi alla persona che gestisce la casa di riposo Brandalise. Il conto ha fatto barcollare i contabili della municipalizzata: venticinquemila euro. Le stime facevano pensare a cifre più abbordabili. Così sono partite le verifiche e alla fine il conto è risultato corretto. Giusto ma “dopato”. Per il 95 per cento, la somma è legata alle aperture dei cassonetti necessarie per smaltire i pannoloni degli anziani. Che dunque, alla fine, hanno l’incredibile costo di 23.750 euro.
Per il bilancio dell’Azienda è un colpo pesante. Ma aldilà dell’aspetto contabile, che sarà oggetto di confronto con il Comune - proprietario della municipalizzata - c’è un caso evidente da risolvere. Il peso dei pannoloni sulla tariffa rifiuti è notevole, si direbbe addirittura insostenibile. E non si capisce come mai l’Azienda non abbia potuto godere dello stesso bonus di aperture dei cassonetti che è stato concesso ai cittadini: duecento all’anno, gratis.
La questione è già finita sul tavolo dell’assessore ai lavori pubblici Adis Zatta, responsabile della gestione dei rifiuti. Che per la verità aveva già presente la questione. Così la ricerca di una soluzione al problema ha subìto, negli ultimi giorni, una repentina accelerazione. Zatta ha prima incontrato l’amministrazione di Ponte nelle Alpi, il comune più riciclone d’Italia, che ha risolto da tempo il problema di smaltire pannolini e pannoloni e che con il materiale riciclato ha costruito un parco giochi per i bambini. Ponte nelle Alpi si appoggia al centro di Vedelago, con il quale il Comune ha recentemente chiuso una causa legata allo smaltimento della plastica. Poi l’assessore ha preso contatti con un’azienda di Villorba che produce pannolini e pannoloni riciclabili, realizzati con bambù e cotone. Adottare questa soluzione, secondo una prima stima, potrebbe consentire di dimezzare i costi, che a quel punto sarebbero limitati alle operazioni di lavaggio.
Ma a questo punto anche all’Azienda cominciano a fare conti più precisi. Se si dovesse optare per la soluzione dei riciclabili, si potrebbe estendere la svolta alle altre case di riposo già collegate all’Azienda. E poi puntare ad un’economia di scala ancora più estesa, coinvolgendo altri partner. Più servizi da gestire, acquisti più convenienti, risparmio complessivo: questa è la strategia del nuovo consiglio di amministrazione della municipalizzata, che intanto ha messo le mani anche sulla farmacia di Forno di Zoldo. E che dal Comune attende anche la concessione delle strutture (la casa di riposo e il centro Alzheimer) così da poter eliminare l’Iva (40 mila euro) che paga sugli affitti.
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