Stati generali, nota del Corecom
Referendum, violata la legge sulla comunicazione. Padrin: «È solo un tavolo»
BELLUNO. Stati Generali come propaganda referendaria. Il Corecom, Comitato regionale per le comunicazioni, ha inviato una segnalazione in Provincia. Venuto a conoscenza, da parte della Prefettura di Belluno, della convocazione degli Stati Generali (martedì 26 alle 17 a Villa Patt a Sedico) per parlare del referendum del 22 ottobre, l’organismo che si occupa di controllare il sistema delle comunicazioni in Veneto ha scritto a Palazzo Piloni paventando una violazione della legge sulla par condicio.
È la n.28 del 22 febbraio 2000, e all’articolo 9 prevede: “Tutte le pubbliche amministrazioni, nel periodo che intercorre tra la data di convocazione dei comizi elettorali e la chiusura delle operazioni di voto, non possono svolgere attività di comunicazione istituzionale, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”. La Provincia, dunque, non può in prima persona fare campagna referendaria e la convocazione degli Stati Generali è stata vista come violazione di questo principio.
Il Corecom ha invitato Palazzo Piloni a inviare le sue controdeduzioni e il presidente Roberto Padrin ha spiegato che gli Stati Generali «non sono un organo istituzionale della Provincia, ma un tavolo rappresentativo della pluralità dei portatori di interesse della comunità locale, che si riunisce in occasione di rilevanti argomenti».
Il referendum consultivo provinciale è stato promosso dal consiglio provinciale e «al soggetto promotore va garantito il diritto costituzionale di rendere note le finalità della proposta referendaria», continua Padrin, che ha scelto la modalità degli Stati Generali per farlo. «In ogni caso non sarò io a illustrare i contenuti del quesito referendario, ma un comitato tecnico esterno». Da qui, si legge nelle controdeduzioni, «il carattere di impersonalità della comunicazione». Confermata, dunque la convocazione degli Stati Generali.
Martedì ci sarà anche il consiglio provinciale (inizio alle 14.30, nel capoluogo), con il giuramento del presidente, la presentazione del suo programma e vari punti, fra cui una variazione al bilancio. Per il referendum bellunese sono stati stanziati 300 mila euro, ma non bastano: la variazione serve per aggiungere altri 60 mila euro, in particolare per servizi tipografici.
Alessia Forzin
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