Stazioni chiuse, occasione per i volontari
BELLUNO. Le stazioni ferroviarie ormai “svuotate” del personale? Non più piccole cattedrali nel deserto, ma un’opportunità per le associazioni di volontariato.
Merito del protocollo d’intesa firmato, già lo scorso 14 marzo, da Ferrovie dello Stato, Rete ferroviaria italiana e Csvnet (il coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato), che consente di mettere a disposizione delle associazioni le strutture “impresenziate”, dove cioè non è più necessaria la presenza di personale ferroviario in quanto gestite a distanza da sistemi informatizzati.
Un patrimonio immobiliare di 1700 stazioni sparso sul territorio nazionale, mentre in provincia di Belluno le strutture inserite nella lista sono 12: Longarone-Zoldo e Cadola Soccher sono quelle giudicate nelle condizioni migliori, ritenute cioè in buono stato, mentre quelle di Alano-Fener-Valdobbiadene (già coinvolta in un’ipotesi di progetto intercomunale di recupero quale “Come sassi nell’acqua”), Santa Giustina-Cesio, Busche-Lentiai-Mel, Faè Fortogna e la stazione per l’Alpago sarebbero in condizioni discrete. Meglio, in ogni caso, delle stazioni di Quero-Vas, Perarolo e Ospitale, ritenute in condizioni scadenti e delle fatiscenti Castellavazzo e Santa Croce.
Ma cosa prevede il progetto denominato “Volontariato in stazione”? La possibilità per le associazioni di volontariato di ottenere in comodato d’uso tali stazioni per la realizzazione di progetti di solidarietà e per sviluppare azioni di sostegno sociale «in comodato d’uso, ovvero a titolo gratuito o, se le superfici sono molto ampie, con soluzioni differenziate, ma sempre ad affitto cautelato», precisano da Csvnet. «C’è tuttavia una procedura articolata da seguire, nel senso che un’apposita commissione valuterà i progetti presentati e su quella base deciderà se approvare l’affidamento in gestione. Attività ammesse? Sono varie, si va dalla sede al semplice magazzino».
La buona notizia è che per le associazioni di volontariato «ora c’è questa possibilità», il commento di Giorgio Zampieri, presidente del Comitato d’Intesa tra le associazioni volontaristiche della provincia di Belluno. «Una gestione tutta da valutare, tuttavia, e della quale si discuterà venerdì 22 novembre, quando la presenteremo nel corso dell’assemblea del Comitato. Diciamo che siamo ancora in una fase preliminare, in quanto tante associazioni non sono ancora al corrente del progetto e non è stato ancora possibile eseguire un dettagliato monitoraggio sulle condizioni di queste 12 stazioni ferroviarie impresenziate del territorio bellunese, che comunque avvieremo a breve in collaborazione diretta con le nostre realtà del territorio. Dovrebbe esserci anche la possibilità di acquistare questi locali, possibili dismissioni insomma».
Nessun regalo, tuttavia, perchè le associazioni che otterranno la gestione si assumeranno anche gli oneri della manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre ai costi dei servizi a rete. «Considerando i tempi e le condizioni di certe strutture tutt’altro che un aspetto secondario», conclude Zampieri, «ma resta un’opportunità da valutare con attenzione».
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