Stop al Comune unico la minoranza protesta

L’opposizione di Quero Vas chiede spiegazioni e un consiglio unificato con Alano «Sapevamo che non sarebbe stato facile ma non ci aspettavamo un dietrofront»
Quero
Quero

QUERO VAS . «Un’improvvisa interruzione di marcia che ci lascia perplessi e amareggiati perché sono passati trent’anni da quando si cominciò a parlare dell’opportunità di riunire il Basso Feltrino in un unico Comune e ora questo importante risultato sembra allontanarsi di molto».

La minoranza formata dai consiglieri Mauro Miuzzi, Antonio Mondin, Lidia Garbin e Diego Zucchetto prende posizione sullo stop alla fusione annunciato nei giorni scorsi dai sindaci di Quero Vas e Alano di Piave, Bruno Zanolla e Serenella Bogana, con il rinvio della questione a tempi medio-lunghi.

«Sapevamo che non sarebbe stato facile, né ci si illudeva sul completamento del processo entro la scadenza elettorale di Quero Vas – dice la minoranza – ma neppure ci si aspettava questo dietrofront. Ci si aspettava invece un programma di incontri volto a sensibilizzare la popolazione e a sfatare alcuni timori. Inoltre l’avvio di un lavoro preventivo e concertato di costruzione dello statuto con l’intento di trovare forme di governo adatte a salvaguardare la presenza territoriale dell’istituzione Comune in entrambi i territori».

«I due sindaci hanno addotto diversi motivi», dice ancora la minoranza, «ad esempio il fatto che Alano di Piave abbia un’unica lista civica rappresentata in consiglio, il che non faciliterebbe il confronto in merito alle esigenze della comunità alanese. Ragionamento non convincente in quanto bisognerebbe aspettare che i due comuni abbiano almeno due liste rappresentate in consiglio. Noi lo auspichiamo, ma non è scontato che ciò si verifichi in entrambi gli enti al prossimo mandato elettorale. Riaffiora poi il problema dell’Unione Setteville; i due Comuni appartengono sia ad essa che all’Unione montana Feltrina, mentre sia la normativa nazionale che quella regionale prevedono che un Comune possa appartenere ad una sola Unione. Può in via eccezionale esistere una seconda unione i cui Comuni abbiano avviato il processo di fusione. Stando alla normativa Quero Vas e Alano di Piave non hanno scelta: o proseguire con la fusione oppure rinunciare all’Unione Setteville. A ben vedere quest’ultima senza la fusione perde il suo obiettivo principale, mentre in altri campi non sembra essere riuscita a segnare la differenza: vedi l’assunzione di un secondo agente di polizia locale per garantire controllo e sicurezza del territorio».

«Si ha l’impressione», è la critica, «che le due amministrazioni non vogliano prendersi la responsabilità politica di aver concretamente avviato il processo di fusione durante i mandati elettorali in corso». E le minoranza invita entrambi i sindaci «a convocare i consigli riuniti di entrambi i Comuni, così come era stato fatto per l’annuncio e avvio del processo di fusione, affinché questi siano debitamente informati della questione e possa nascere un dialogo costruttivo».

Dante Damin

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi