Stop al convitto studenti spazio ai richiedenti asilo

Parte dell’edificio riconvertito in “casa per vacanza”, restano gli alloggi sociali Il presidente Beino: «Pronti a ospitare il Centro di accoglienza di secondo livello»
FELTRE. L’istituto Carenzoni sospende il convitto per gli studenti, riconverte una parte dell’edificio in struttura extra alberghiera “Casa per vacanza” a due leoni, riconferma la disponibilità degli alloggi sociali. E attende disposizioni dalla nuova giunta di Feltre per attivare nella propria struttura di via Battisti, quel ramo di Sprar coordinato da Belluno capoluogo. Attende cioè conferma di essere designato quale centro di secondo livello per i richiedenti asilo dove, oltre all’accoglienza materiale (vitto e alloggio), si erogano anche i servizi fondamentali alla persona (assistenza sanitaria, scolarizzazione, apprendimento della lingua) e soprattutto percorsi individuali di inserimento nella più ampia realtà regionale.


A confermare quella che ormai è più che un’ipotesi è il presidente dell’istituto Carenzoni, Renato Beino: «Siamo in attesa che il comune di Feltre attivi la sezione feltrina dello Sprar, cosa che prima di autunno credo non avvenga, ma la nostra struttura è pronta all’accoglienza. La scelta del Comune di Feltre di attivare in partnership con quello di Belluno uno Sprar, acronimo per sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, costituisce la risposta più vicina alle esigenze che già abbiamo avuto modo di rappresentare. Si tratta infatti di un sistema di seconda accoglienza, basato su una rete degli enti locali, per progetti che godono delle risorse di un apposito Fondo nazionale. È interessante notare poi come gli Sprar siano finanziati sulla base di un piano finanziario preventivo che preveda le risorse necessarie sia al funzionamento del progetto, sia al miglioramento della struttura che lo accoglie. Quindi, se non ci saranno le sorprese dell’ultima ora, il Carenzoni è la struttura giusta. Anche perché questo è un sistema che consente di confermare la valenza sociale dell’istituto che necessita di adeguamenti, ma che intanto dà risposte tempestive per i casi sociali segnalati dai comuni dell’Unione montana».


Al Carenzoni peraltro sono ospiti una ventina di profughe. Un numero che ormai si è stabilizzato, nel corso degli ultimi due anni (da quando si è avviata l’accoglienza), nonostante il turn over determinato dalla Prefettura. È più di un anno che il Carenzoni ha offerto i propri spazi a favore del progetto Sprar di cui i comuni capofila sono gli estensori. Il presidente Beino peraltro non ha mai fatto mistero che gli studenti si contano sulle dita di una mano e forse nemmeno quella. La presenza degli studenti costituiva lo scopo principale dell’ente. Il convitto giocoforza è sospeso. I tempi cambiano e cambiano anche i flussi di utenti potenziali. Ciò che non cambia è la disponibilità di posti letto e di locali in via Battisti.


Laura Milano


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