«Stop al sorteggio per l’assegnazione di appalti pubblici»
BELLUNO. «Tutelare il tessuto imprenditoriale locale, valorizzando il territorio e le sue maestranze. Per questo motivo diciamo che non può essere lasciata al caso, ovvero a un sorteggio, la selezione delle ditte che possono partecipare a un bando publico».
È il succo della lettera aperta indirizzata al sindaco Jacopo Massaro e firmata da Domenico Limana e Gabriele Grisot, rispettivamente presidenti della Sezione costruttori edili di Confindustria e della Categoria edilizia di Appia-Cna Belluno.
«Abbiamo letto», proseguono i due “colleghi”, «che ci sono milioni di euro da destinare al recupero di edifici dismessi e aree degradate. Tutto ciò sarebbe magnifico e noi imprenditori edili siamo i primi a congratularci con i funzionari e gli amministratori che hanno reso questo possibile. Ma è con timore che pensiamo al lavoro di coloro che nei prossimi mesi saranno chiamati a gestire con appositi bandi queste ingenti risorse. Se il trend di molte gare promosse da Palazzo Rosso non dovesse cambiare», sottolineano, «faremo ancora una volta la gioia delle imprese trevisane, veneziane e friulane: queste, infatti, sono le terre di origine delle imprese che sempre più spesso si aggiudicano questi lavori. Per le bellunesi resta la speranza di vincere, ma se arrivare a fare un’offerta, resta un’opportunità legata alla sorte, tutto diventa più difficile. Anche perché il più delle volte ci troviamo di fronte a ribassi aggressivi, insostenibili e ingiustificabili».
«Nei mesi scorsi», proseguono Limana e Grisot, «con un documento promosso in collaborazione con enti pubblici e associazioni di categorie abbiamo dimostrato che le norme di allora permettevano di agire anche tutelando il tessuto imprenditoriale locale, valorizzando il territorio e le sue maestranze. Ma l’amministrazione e gli uffici tecnici non hanno mai ritenuto utile tale contributo».
La speranza viene ora dal nuovo codice degli appalti: «Forse avremo una seconda possibilità, perché ancora maggiore è l’opportunità offerta agli enti di creare elenchi di imprese di fiducia, tra i quali selezionare e affidare, per alcune soglie, i “lavori” e “servizi”».
Ma il sistema del sorteggio delle imprese che potranno partecipare a una gara prprio non va giù agli imprenditori bellunesi: «Se le imprese locali non sono nemmeno invitate a fare un’offerta, di sicuro non vinceranno mai una gara e non siamo proprio convinti che questo vada a beneficio di qualità ed efficienza. Ben vengano, quindi, sempre più appalti, con la speranza che, se le cose non cambieranno, lo sguardo della fortuna possa posarsi anche sulle nostre imprese».
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