STOP ALL'ANNESSIONEReferendum bocciato, Zaia: «Stimolati a rispondere»
Bressa manda in commissione la legge sull'autonomia
Bressa con il governatore altoatesino Durnwalder
BELLUNO. La speranza non deve cedere. Dopo il grande no della Cassazione al referendum provinciale, la politica offre uno scatto di reni e rilancia con promesse incoraggianti. Lo fanno, in particolare il presidente della Regione Luca Zaia e il deputato del Pd Gianclaudio Bressa, che ha fatto mettere in calendario la sua proposta di legge costituzionale.
Zaia, che aveva dato il suo via libera ai leghisti della Provincia per il sì al referendum, afferma che la sentenza dà nuovo slancio all'impegno della Regione per la provincia di Belluno: «Il no della Cassazione all'ammissibilità del referendum non sposta di una virgola la questione. Il nostro obiettivo», dice il presidente veneto, «non cambia, anzi questo pronunciamento ci sarà di stimolo ulteriore per dare risposte ai bellunesi. Risposte nei fatti, e cioè nel nostro Statuto. Questo perchè», sottolinea Zaia, «siamo pienamente in sintonia con la richiesta di specificità del territorio bellunese e perchè riteniamo che l'autonomia sia un diritto per tutti e quindi, se qualcuno la invoca, ci sono le vie giuste per ottenerla».
A sollecitare un'azione regionale, non solo nel futuro Statuto, ma prima di tutto sfruttando il comma 3 dell'art. 116 della Costituzione (forme e condizioni particolari di autonomia dallo Stato alle Regioni e di conseguenza agli enti locali) è Gianclaudio Bressa, che conosce bene gli statuti di Trento e Bolzano, essendo eletto in Sud Tirolo.
«Le motivazioni citate dalla Cassazione erano il rischio vero». Il comma 2 del 116, l'ostacolo citato dalla Corte, nasce da una protesta dei trentini degli anni'70: «Dopo gli attentati», racconta Bressa, «ci fu una manifestazione dei sud tirolesi chiamata "Via da Trento". Accusavano lo Stato (che aveva fatto una Regione unica con Trento e Bolzano) di aver tradito gli accordi di Parigi e cioè l'autonomia del loro territorio. Con la riforma del Titolo V (2001) fu colta l'occasione per portare in Costituzione quanto previsto dagli Statuti delle due Province, che avevano spogliato la Regione di ogni potere, trasferendoli a sè».
Ma la Costituzione non è immodificabile. Ieri Bressa ha fatto inserire nel calendario dei prossimi tre mesi della Commissione affari costituzionali la sua proposta di legge: "Istituzione della provincia speciale montana di Belluno"; la discussione avverrà tra aprile e giugno. Il deputato Pd crea un art. 123 bis della Costituzione: "Alla provincia speciale montana di Belluno sono attribuitr una forma e condizioni particolari di autonomia amministrativa e finanziaria, secondo disposizioni adottate con legge ordinaria, sentite le regioni interessate". «Si tratta di autonomia amministrativa, non legislativa come Trento e Bolzano», precisa, «finanziata con una quota non inferiore a otto decimi del gettito dei tributi erariali e regionali percepiti nel territorio». Bressa considera questo testo soprattutto uno strumento di pressione verso la Regione Veneto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video