Stop dal 15 maggio alla compilazione degli Isee nei Caf
BELLUNO. Dal 15 maggio i Caf non compileranno più gli Isee. La sospensione del servizio sarà a tempo indeterminato, in attesa che l’Inps e il ministero del Lavoro rinnovino la convenzione scaduta il 31 dicembre. A questa decisione è arrivata all’unanimità l’intera Consulta nazionale dei centri di assistenza fiscale, che «dopo aver verificato l’indisponibilità dell’Inps a considerare adeguatamente l’impegno e la responsabilità assunte dai Caf nell’assicurare a milioni di nuclei familiari meno abbienti il diritto all’accesso alle provvidenze sociali previste dal nostro welfare State, non ha potuto che assumere l’unica decisione possibile», si legge in una nota.
«Fino ad oggi», precisa Renato Bressan, presidente del Caf Cgil bellunese, «pur in assenza di una convenzione, abbiamo continuato a fornire assistenza ai cittadini, confidando in una soluzione da parte del ministero. Ma così non è stato. E allora come possiamo lavorare, se non abbiamo un contratto? Chi si prende la responsabilità?».
In provincia di Belluno, ogni anno vengono compilati circa 8 mila Isee, utili a permettere degli sgravi fiscali, ma anche l’accesso a servizi altrimenti costosi per molte famiglie. Senza questo strumento 8 mila famiglie bellunesi non potranno beneficiare di agevolazioni dovute al reddito, mettendo così in crisi il menage familiare. «Rispettiamo la scelta che è stata fatta dalla Consulta dei Caf, quindi dal 15 maggio interromperemo il servizio Isee finché non arriveranno comunicazioni diverse e la situazione non verrà risolta», precisa anche Antonio Miotto, responsabile del Caf Cisl, che si sta già mettendo al lavoro per informare utenti e iscritti del centro di assistenza fiscale del suo sindacato.
La soluzione del problema potrebbe non arrivare in tempi brevi. Infatti, a fronte di un aumento del 25 per cento degli Isee fatti l’anno scorso - con la previsione di un ulteriore incremento quest’anno del 20% -, l’Inps e il ministero parlano di una diminuzione della somma a rimborso del 30%. Già ad oggi questa certificazione, che viene fornita gratuitamente dai Caf, viene pagata dal ministero con una somma che va dagli 8 ai 12 euro «somma che non tiene conto di tutto il tempo che viene impiegato per la compilazione», precisa Bressan. Tagliare del 30% questa quota, quindi, significherebbe, non garantire il giusto compenso ai lavoratori dei Caf. (p.d.a.)
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