Storia di Vanessa e delle mamme coraggio di Misurina che difendono il centro
Vanessa è una mamma coraggio. Senza alcun indugio ha deciso di farsi portavoce di un grido d’allarme che in queste ore, da Misurina, si sta propagando in tutta Italia. Vanessa ma non solo. Al suo fianco ci sono Gabriella, Roberta e Marina, tutte accomunate da una difficile realtà: i propri figli sono in cura all’istituto Pio XII alle prese con complesse malattie asmatiche che mirano la serenità, presente ma soprattutto futura.
Vanessa Boscolo arriva dalla provincia di Rovigo, e delle “quattro” è quella che conosce Misurina meglio perché ci ha trascorso, al capezzale del piccolo guerriero Massimo, gli ultimi 4 anni. «Misurina è la mia seconda casa» scherza Vanessa cercando di nascondere, almeno per un attimo, l’inevitabile tensione del momento.
La storia di Vanessa e del piccolo Massimo si intreccia col destino: «I primi problemi di salute mio figlio li ha avuti a quattro mesi» racconta Vanessa, «per anni abbiamo girato ospedali di tutta Italia alla ricerca di una soluzione che non è mai arrivata. A due anni e mezzo, nel pieno della notte, Massimo ha avuto una crisi. Sono corsa al suo lettino e l’ho trovato con le labbra violacee. Siamo corsi in ospedale, ad Adria, dove è arrivato in uno stato di pre coma. Me lo hanno salvato. Anzi me lo ha salvato una dottoressa che considero ancora oggi un angelo sceso dal cielo. Non so il suo nome ma soprattutto, da quella sera pur cercandola in ogni dove non l’ho più trovata. Nessuno mi ha saputo dire chi fosse, so però che dopo aver messo al sicuro mio figlio mi ha consigliato di portarlo qui a Misurina. Di questo istituto nessuno sapeva nulla, neanche il mio pediatra. Lei sì ed è stata l’unica».
Da quel momento la vita di Massimo è cambiata radicalmente: «A mio figlio è stato riscontrato un caso di asma di categoria grave. Il verdetto lo ha emesso il dottor Boccaccino che era direttore sanitario del Pio XII, quattro anni fa, quando abbiamo messo piede per la prima volta qui dentro. Massimo subisce pesantemente l’umidità e l’afa che caratterizzano il clima della provincia dove abitiamo. L’ultima volta che siamo saliti a Misurina, nonostante le cure di cortisone a cui è soggetto quotidianamente oltre a tutte le medicine che è costretto a prendere, aveva di fatto i polmoni occlusi. È bastato un solo giorno trascorso a Misurina e la sua situazione è migliorata con un’apertura polmonare del 15%».
Facile intuire, stando alle parole di Vanessa, perché la possibile chiusura del Pio XII rappresenti un grosso problema: «Faremo tutto il possibile per evitare questo scempio, il potere di una mamma è infinito quando c’è di mezzo il futuro del proprio figlio. La nostra vita, quella mia ma anche quella di mio marito, è cambiata drasticamente. Io trascorro tutto l’inverno qui al fianco di mio figlio che abbiamo iscritto a scuola a Cortina mentre mio marito viene su ogni fine settimana. Le mie giornate trascorrono lente, soprattutto quando fa freddo c’è davvero poco da fare qui a Misurina. La cosa più logica sarebbe trasferirci a vivere qui ma la quotidianità non si presenta facile».
A gioire del soggiorno a Misurina è il bimbo: «Qui può giocare a pallone e fare attività, il suo umore cambia totalmente qui. Lega coi suoi pari età perché si sente uguale a loro, cosa che a casa purtroppo non succede perché non è in grado di fare attività come i coetanei».
Vanessa spiega come l’iter per essere ammessi alle cure del Pio XII non sia facile: «La procedura tramite Usl, è lunga e tortuosa. Non tutti coloro che vorrebbero curarsi qui sono ammessi. C’è una commissione che valuta ogni situazione. Il nostro è stato considerato un caso ammissibile e anche per questo ho una stanza a disposizione dove poter dormire vicino al bimbo». —
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