Strade a Sappada Belluno presenterà il conto al Friuli
BELLUNO. Spetta ancora a Veneto Strade prendersi cura delle strade di Sappada, passata al Friuli dal 16 dicembre? A chiederselo è il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, che ieri ha...
BELLUNO. Spetta ancora a Veneto Strade prendersi cura delle strade di Sappada, passata al Friuli dal 16 dicembre? A chiederselo è il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, che ieri ha chiamato la dirigente bellunese della società Lara Stefani. Stefani che ha precisato di non aver avuto ordini particolari in merito. Padrin ha così interpellato l’amministratore delegato Silvano Vernizzi, che ha sottolineato di non poter interrompere il rapporto con Sappada per non incorrere nell’accusa di interruzione di pubblico servizio. Il presidente della Provincia ha però invitato Vernizzi a prendere nota degli interventi eseguiti a Sappada dal 16 dicembre per poter poi chiedere il rimborso della spesa al Friuli.
«In questo modo ci faremo rimborsare i costi per queste manutenzioni e così anche la nostra spesa nei confronti di Veneto Strade diminuirà. Al posto dei 15 milioni di euro che dovremmo versare per il 2018, toglieremo i costi per Sappada», precisa Padrin, che proprio ieri ha sottoscritto una nota, inviata alla società stradale veneta, in cui garantisce il rispetto delle condizioni economiche della convenzione in essere. Cioè l’impegno a pagare 15 milioni di euro se non dovesse andare in porto l’operazione per il riassetto di Veneto Strade».
Ad oggi Palazzo Piloni ha previsto nel bilancio previsionale per Veneto Strade 8,8 milioni di euro. «Per giungere ai 15 milioni previsti attendiamo le risorse stanziate dalla Finanziaria 2018 per le Province (317 milioni complessivi)», ha detto Padrin ai sindaci, riuniti ieri pomeriggio in assemblea.
L’incontro è stato utile per dare mandato al presidente di palazzo Piloni a trattare al tavolo regionale per il trasferimento delle competenze, come previsto dall’articolo 116 della Costituzione e così come riportato anche nel quesito referendario per l’autonomia del Bellunese. «L’altro ieri ho avuto un incontro con il presidente Luca Zaia proprio per sottolineare la necessità che venga dato seguito a questo articolo. Si dovrà partire dalla restituzione delle funzioni di caccia e pesca, prima di instaurare un tavolo di confronto per discutere del tema più importante: la difesa del suolo. Tema che dovrà essere affrontato con calma, perché si dovrà giungere a un accordo con palazzo Balbi in caso di eventi eccezionali. Non possiamo, infatti, pensare di poter gestire da soli le emergenze che dovessero verificarsi nel nostro territorio».
Un particolare che è stato sottolineato anche dagli altri sindaci che hanno votato all’unanimità il mandato a Padrin.
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