Strade silvo-pastorali, monta la protesta

Un albergatore scopre per caso che parte di un suo terreno è nel piano viabilità della Cma
La nuova strada silvo-pastorale che porta fino alla località Bec de Ròces oggetto della protesta di Grones
La nuova strada silvo-pastorale che porta fino alla località Bec de Ròces oggetto della protesta di Grones
LIVINALLONGO.
Dopo Selva, scoppia anche a Livinallongo il caso di strade classificate, all'insaputa dei proprietari dei terreni, come silvo-pastorali nel piano della viabilità approvato dalla Comunità Montana.
A segnalarlo è un albergatore di Arabba, Ander Grones: «Sulle nostre strade di montagna è un "far west" di auto che circolano senza permessi e per futili motivi. Nei giorni scorsi», racconta, «mi sono recato in Comune ed è stato lì che, durante un colloquio con il responsabile dell'ufficio tecnico, al quale era presente anche il sindaco, mi è stato riferito e confermato che in località "Plán Boè" è stata inserita nelle mappe della Cma una nuova strada silvo-pastorale che porta fino alla località Bec de Ròces. Il tracciato attraversa per circa 400 metri un terreno di mia proprietà. Di fatto quell'ex pista carrozzabile doveva essere utilizzata esclusivamente per la manutenzione degli impianti di risalita della società Sit Boé o per saltuari soccorsi in alta montagna. Invece già da due anni è classificata come silvo pastorale. Mi chiedo», continua, «con quale presupposto, diritto, permesso o legge si possa approvare un tale provvedimento senza chiedere il consenso al proprietario del terreno. Non avendo autorizzato in alcun modo il passaggio di veicoli a motore sul mio terreno, visto che ero ignaro di quanto è stato approvato in Cma, chiederò che il Comune o chi per esso, si assuma tutte le responsabilità per eventuali incidenti che dovessero accadere su quel tratto di strada, ormai diventata pubblica, che attraversa il mio terreno».  Ma i problemi intorno alla questione delle strade-silvo pastorali non sono solo questi, secondo Grones.  «C'è una situazione di selvaggio abuso del nostro territorio. E mi riferisco alla possibilità di transitare con qualsiasi mezzo motorizzato, per motivazioni talvolta futili, senza alcun permesso del Comune. E questo sia da parte di turisti e sia di valligiani. Potrei citare il caso personale di uno dei nuovi proprietari di un terreno nella zona di Pasché, a cui ho negato verbalmente il diritto di passaggio sul mio terreno, e che nonostante ciò continua a transitare, mi risulta, senza permesso e con tanta prepotenza. Non mancano certo gli irrispettosi villeggianti i quali, con potenti jeep e Suv, oltre che sulle strade silvo-pastorali riservate esclusivamente all'agricoltura ed alla gestione delle malghe, transitano addirittura sul manto erboso, rovinando pascoli e prati. Perché», si chiede, «nessuna guardia comunale o chi per esso, controlla?». Infine Grones non risparmia neppure i cacciatori «che«, segnala, «transitano con mezzi motorizzati più volte al giorno, dal passo Campolongo attraverso i Bec de Ròces in direzione Arabba e viceversa. Per questo», conclude, «credo che classificare come silvo-pastorale la strada che porta al Plán Boè altro non porterà che aggiungere un nuovo tracciato dove tutti transiteranno senza permesso e senza rispetto per gli altri».

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