Stragà vince una causa per diffamazione
Un pugliese l’aveva accusato di aver pagato mazzette per accedere a Sanremo
Federico Stragà
BELLUNO. Fu tirato in ballo con nome e cognome da un artista pugliese in un'intervista sul Corriere della Sera tra i cantanti che avevano sganciato duecento milioni di vecchie lire per partecipare al Festival di Sanremo, sezione nuove proposte. Ora il cantante bellunese Federico Stragà, dopo anni di battaglie legali, ha avuto la sua rivincita. Perché il suo grande accusatore Salvatore Varvara, 48 anni di Gravina di Puglia, è stato condannato per diffamazione.
Mille euro di multa (condonata dall'indulto) e 10.000 euro di provvisionale (ossia un anticipo del risarcimento che sarà quantificato in sede civile), oltre alle spese legali di parte civile (5000 euro). Questa la pesante condanna inflitta a Varvara.
A rappresentare il cantante bellunese, costituitosi parte civile, ieri in tribunale a Milano c'era l'avvocato Massimo Montino, dello studio Antonio Prade. Si tratta di una "rivincita" per il cantante bellunese che, all'indomani dell'uscita sul quotidiano milanese dell'intervista di Varvara, aveva preannunciato che avrebbe consegnato l'articolo al suo avvocato per procedere nei confronti dell'artista pugliese. Sulle presunte "mazzette" che l'Accademia di Sanremo (che aveva il compito di selezionare i cantanti emergenti da mandare sul palco dell'Ariston nella sezione delle nuove proposte) avrebbe richiesto ai cantanti emergenti, Varvara aveva dichiarato il 15 giugno 2003 al "Corriere della Sera" che il patron aveva richiesto duecento milioni di lire alle famiglie di due concorrenti.
«Avrei dovuto anch'io - aveva detto - pagare 200 milioni, ma c'era chi sganciava di più». E alla domanda di fare i nomi Varvara rispose testualmente: «L'ho scritto nella denuncia. Quando sono stato escluso la seconda volta, nel '97 ha vinto Federico Stragà». La risposta di Stragà fu subito piccata e indignata. Dopo aver detto che avrebbe ritagliato l'articolo del "Corriere della Sera" e l'avrebbe consegnato al suo legale per valutare un'eventuale azione legale, nei confronti di Varvara, precisò che gli unici soldi che aveva pagato "sono state le 250.000 lire dell'iscrizione ai corsi della scuola sanremese".
L'Accademia rappresentava un crocevia per i cantanti che non avevano alle spalle alcuna casa discografica. I primi tre classificati del concorso interno andavano ad aggiungersi ai 25 cantanti che le case discografiche proponevano per la selezione di Sanremo Giovani. Sui 25 cantanti ci sarebbe poi stata un'ulteriore scrematura, che il cantante bellunese passò brillantemente con la canzone "La notte di San Lorenzo".
Infatti soltanto in 14 poterono assaporare, l'anno successivo, al termine delle selezioni, l'emozione del palcoscenico dell'Ariston. Stragà la provò con la canzone "Siamo noi".
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