Stretta regionale sullo sfruttamento idroelettrico
BELLUNO. La Regione vara la stretta sulle centraline. La delibera 1628, approvata mercoledì dalla giunta, introduce nuove procedure per il rilascio di concessioni di derivazione di acqua pubblica ad uso idroelettrico. In particolare, saranno valutati, fin dalle prime fasi, tutti gli aspetti di carattere ambientale, che fino ad oggi erano demandati ad una seconda fase della procedura. D'ora in avanti, invece, nella relazione istruttoria affidata al Genio civile saranno valutati una miriade di aspetti, come lo stato di salute del corpo idrico (se è buono non può essere peggiorato, da normativa); la presenza nella zona in cui è previsto l'impianto di aree naturali protette e a Parco, o di siti di particolare rilevanza storica, architettonica, turistica e culturale; gli effetti cumulativi sul corpo idrico. Si valuteranno, inoltre, la struttura delle opere di derivazione, le modalità di restituzione delle acque derivate, sarà quantificato il deflusso minimo vitale. L'elenco degli elementi che saranno presi in esame in fase istruttoria è lungo e dettagliato.
«Fino ad oggi tutti questi elementi venivano valutati solo se qualche soggetto poneva osservazioni al progetto», ha spiegato l'assessore regionale Gianpaolo Bottacin, illustrando le nuove linee guida sul rilascio delle concessioni a derivare acqua per impianti idroelettrici. «D'ora in avanti l'attenzione all'ambiente sarà preminente, fin dalle prime fasi della procedura». Le nuove procedure sono il terzo atto varato da Venezia sul tema idroelettrico.
Propedeutico a questo lavoro è stata la classificazione dei corpi idrici, presentata la scorsa settimana. Se n'è occupata l'Arpav e sta continuando a farlo. Per i torrenti non ancora valutati, la Regione ha inserito una sorta di misura cautelativa: là dove manca la valutazione si dice che l'opera di captazione deve sottendere un bacino idrografico di estensione pari ad almeno 10 km quadrati, al cui interno vale il dato conosciuto. Ovvero se in quei 10 mq c'è un fiume in stato “buono”, questo vale per tutti gli altri corsi d'acqua. E considerando che la normativa impone di non compromettere la qualità di un corpo idrico, una centralina potrà essere costruita solo se quel corso d'acqua non sarà peggiorato. «Per produrre questa delibera ci siamo mossi all'interno del contesto normativo esistente, nazionale ed europeo», ha precisato Bottacin. «Effettuata la classificazione dei corpi idrici, anche questa normata da precisi parametri che non decide la Regione, ci siamo calati nell'ambito procedurale». Preparando un progetto di legge sulla nuova commissione Via (ne parliamo a parte) e valutando fin dalle prime fasi della procedura le ricadute sull'ambiente dei progetti.
Quando si parla di richieste in concorrenza, tutte (qualora rispettino i parametri del Regio Decreto del '33) saranno valutate dalla commissione Via, così da confrontare gli aspetti energetici e quelli ambientali. Le nuove procedure si applicano anche ai progetti in itinere, ma non a tutti. Le richieste che devono ancora essere valutate in Via (per esempio quelle della Reggelbergbau) dovranno rispettare la check list di cui sopra. Per i progetti già in fase autorizzativa, invece, non si potranno applicare le nuove procedure.
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