Strigliata ai bellunesi, tutti in coro contro Galan
Bottacin: «È un po' confuso. Attendo i suoi contributi»
Il presidente Gianpaolo Bottacin A destra Renzo Poletti
BELLUNO. «Ritengo gravissime le affermazioni di Galan: lui, veneto, non conosce la nostra situazione economica, che è invece nota ai suoi colleghi». Il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin, non ci sta. Le parole contro i bellunesi (definiti ingrati e lagnosi) del neo-ministro alla Cultura ed ex-presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, fanno scattare la replica del presidente di Palazzo Piloni. Con lui si schiera anche il consigliere regionale Sergio Reolon, "nemico storico" dell'esponente del Pdl. «Quanto detto da Giancarlo Galan mi ha sorpreso e amareggiato. Con le sue dichiarazioni, ha dimostrato di non conoscere la situazione della nostra provincia: proprio lui, rappresentante veneto nel Governo ed ex-presidente della nostra Regione». «Da quanto riportato sulla stampa locale», spiega Bottacin, «mi è parso di capire che il ministro abbia un po' di confusione in testa: il Fondo Brancher non è il Dellai-Galan e gli otto milioni che mancano a Palazzo Piloni non sono un buco né tantomeno uno sforamento del bilancio, bensì un pesante taglio ai trasferimenti statali che ci è piombato sulla testa. Senza quei soldi, non è possibile erogare ai cittadini quei servizi che sono obbligatori per legge». «Visto che per lui gli otto milioni "non sono nulla", mi aspetto che faccia arrivare quella cifra per iniziative culturali di cui abbiamo bisogno, senza finanziare sempre le grandi città», prosegue Bottacin. «Noi i progetti li abbiamo, lui prepari i soldi. Anche se prima vorremmo avere quelli per tenere acceso il riscaldamento nelle scuole dei nostri ragazzi». «Sul problema dei profughi libici, poi, credo sia bene ricordare al ministro che il Veneto è la terra con i maggior numero di volontari, dove la beneficienza è di casa. Mi chiedo quindi se Galan sia disposto ad ospitarli nella sua dimora, facendo pagare al Veneto l'ennesimo tributo, come vorrebbe proprio la sua parte politica che si è pure detta favorevole a ospitare da noi le centrali nucleari. Non capisco l'atteggiamento del rappresentante veneto: agli altri i soldi e a noi i sacrifici?». Duro anche il consigliere regionale Sergio Reolon, autore di veri e propri scontri con Galan, ai tempi della sua presidenza provinciale: «Non capisco proprio perché i bellunesi dovrebbero ringraziarlo. Forse per aver firmato con Oscar De Bona nel 2001 il patto per l'autonomia bellunese? Forse per aver rifirmato con il sottoscritto, nel 2005, in piena campagna elettorale, un documento analogo? Il suo era un impegno messo nero su bianco, che non ha mai provato a onorare. Quel poco che la provincia di Belluno ha ottenuto in 15 anni di governo Galan, lo ha conquistato grazie all'iniziativa di alcuni consiglieri regionali e non certo per la volontà e la disponibilità dell'ex governatore. Credo che la sua sia un'esternazione fuori luogo». Reolon rincara la dose: «Galan insulta chi si batte con grande dignità e determinazione per veder riconosciuti i propri diritti». E sulle parole contro i comitati referendari: «Non sono commentabili, la spocchiosa arroganza di Galan non conosce limiti».
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