Striscioni in quota per dire no a nuovi impianti sulla Marmolada

Contestati eventuali finanziamenti regionali ed europei: «Non procureranno alcun vantaggio al territorio» 

ROCCA PIETORE

«Eventuali iniezioni di liquidità da parte della Regione e dell’Europa per sostenere la costruzioni di nuovi impianti e di nuovi caroselli, andranno a gonfiare le tasche dei soliti noti, ma sul territorio, come già succede oggi, rimarrà poco o niente».

Lo dice Federico Sordini, imprenditore di Rocca Pietore che, assieme a una quindicina di amici, appassionati della montagna, rifugisti, guide alpine, ieri mattina è stato protagonista dell’annunciato flash mob sulla Marmolada per dire “basta” a nuovi impianti.

Lo hanno scritto sui due striscioni che hanno srotolato sul Col del Bousc, sottolineando la necessità di rispettare la montagna.

«C’erano guide alpine venete e trentine», dice Sordini, «c’erano persone provenienti da Venezia-Mestre e Padova, c’erano imprenditori della zona tra cui Guido Trevisan, gestore del rifugio a Pian dei Fiacconi con un suo collaboratore. Erano pure presenti dei rappresentanti di The outdoor manifesto, un gruppo trasversale a tutto l’arco alpino, e il presidente di Mountain wilderness Italia, Franco Tessadri, che con Trevisan aveva consegnato a Trento la petizione per la rimozione degli impianti inutilizzati in Marmolada».

Una manifestazione statica come richiesto dall’emergenza sanitaria, ma che intende smuovere le coscienze e stimolare l’apertura di nuove strade turistiche all’insegna della sostenibilità.

«Se Trevisan che è un rifugista della Marmolada e potrebbe vivere di impianti», spiega Sordini, «è il primo a dire che senza cabinovia ha fatto gli stessi incassi degli anni precedenti, vorrà pur dire qualcosa: che è necessario rivedere un modello di sviluppo turistico. Attenzione: il nostro movimento, che al momento non è codificato e non è legato ad alcun gruppo esistente, non è contrario allo sci, ma pensa che di impianti ce ne siamo a sufficienza e che sia semmai necessario sistemare e rendere efficienti quelli esistenti».

Non sembrano, però, queste le intenzioni delle istituzioni e degli impiantisti. «Siamo contrari all’idea di un nuovo carosello in Marmolada», dice Sordini, «purtroppo pare che la Regione intenda finanziare questo tipo di investimenti che, certo, metteranno liquidità nelle tasche dei soliti noti, ma al territorio non procureranno alcun vantaggio».

Per i manifestanti, invece, l’attenzione dovrebbe essere rivolta a un turismo diverso anche sulla scia degli insegnamenti che l’estate caratterizzata dal Covid ha lasciato.

«Intanto», sottolinea Sordini, «anche fra i turisti è nata una sensibilità diversa; poi è evidente che un turismo fatto di ciaspe, di sci alpinismo, di sentieri necessita di molte meno infrastrutture per essere competitivo e attrattivo; infine dobbiamo dare delle alternative al turismo di massa, cercando di dirottare i villeggianti anche in altri posti e non solo sulle Tre Cime o al Sorapiss». —


 

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