Strutture intermedie, posti letti a rischio
Da Roit lancia l’allarme: «Una delibera veneta prevede una riduzione per gli acuti. Stiamo attenti»
BELLUNO. «Il timore è che l’avvio degli ospedali di comunità possa comportare un ulteriore taglio ai posti letto per acuti. Come sindaci dobbiamo studiare bene la delibera regionale onde evitare che i nostri cittadini vengano penalizzati e si trovino così con servizi sanitari sempre più precari».
A lanciare l’allarme ieri durante la seduta della Conferenza dei sindaci del distretto di Belluno dell’Us l1, è stato il primo cittadino di Agordo, Sisto Da Roit. Da Roit ha parlato della Dgrv 1714 del 24 ottobre scorso con cui la Regione prevede che «le aziende Usl debbano garantire entro il 31 dicembre 2017 l’attivazione del 50% dei posti letto degli ospedali di comunità ed entro il 31 dicembre 2018 del 70% nel rispetto degli equilibri di bilancio. Per questo saranno messi a bilancio 10 milioni di euro di cui 8 milioni nel 2018 e i restanti 2 nel 2019. Si rende quindi concreta la correlazione fra attivazione di posti letto di ricovero intermedio e riduzione di posti letto ospedalieri, prevista dalla Dgr n. 2122/2013 al fine di dare una migliore e più appropriata risposta alle esigenze di assistenza sanitaria della popolazione veneta, nel rispetto della sostenibilità economico finanziaria del sistema e del migliore utilizzo delle risorse ospedaliere».
Da Roit e gli altri sindaci si sono detti molto preoccupati: «Se avviare gli ospedali di comunità significa ridurre i posti letto per acuti, non possiamo permetterlo», hanno detto in molti. Resta così l’invito del primo cittadino di Agordo a studiare la delibera per capire cosa realmente succederà.
Intanto, i sindaci ieri hanno votato all’unanimità la relazione del Piano di zona del 2016 che ha visto un aumento considerevole di criticità tra i bambini e i giovani a causa delle grandi problematicità che stanno investendo le famiglie per cui servono maggiori risorse per poter sostenere questi cambiamenti sociali. Preoccupazione desta anche l’aumento delle dipendenze, specie da strumenti elettronici tra i giovanissimi. Restano i problemi relativi alle case di riposo e ai posti accreditati dalla Regione che attualmente nel distretto di Belluno sono 900 rispetto ai 1034 che servirebbero. Questo ha fatto schizzare in alto la richiesta di posti con utenti paganti per intero. Un boom che ha visto passare da 224mila e 1,3 milioni di euro gli incassi delle case di riposo per questi utenti.
(p.d.a.)
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