Studenti, il 9 ottobre tutti in piazza contro la riforma

Alta la partecipazione alle assemblee pubbliche di ieri indette dalla Rete. «La legge non va e ci faremo sentire»

BELLUNO. Tutti compatti verso la manifestazione nazionale del 9 ottobre. I ragazzi aderenti alla Rete degli studenti medi del Bellunese si sono ritrovati ieri pomeriggio al parco della stazione ferroviaria a Belluno e in piazza Isola a Feltre. All’ordine del giorno la Buona scuola e le strategie da mettere in atto per far sentire il proprio disappunto nei confronti della riforma.

«Sono state assemblee molto partecipate e condivise», dicono Serena Jessica Prota, rappresentante della Rete di Belluno, e Alberto Botte del gruppo di Feltre. «Molti i ragazzi che si sono presentati, almeno due studenti per ogni istituto superiore e tutti hanno chiesto chiarimenti sulla riforma scolastica. Una volta capito alcuni punti della legge, si sono detti pronti a scendere in piazza».

L’occasione sarà il 9 ottobre quando a livello nazionale è stata indetta una manifestazione di protesta che sarà messa in campo in ogni provincia italiana. In montagna, ad oggi, sembra che la Rete si stia orientando verso due cortei distinti: uno a Feltre e l’altro a Belluno. «I ragazzi ci hanno chiesto di non fare le solite marce per le vie della città, ma di realizzare qualcosa di più dinamico e di occupare non l’intera mattinata, ma soltanto una parte». Insomma, gli studenti stanno chiedendo di diventare protagonisti o almeno coprotagonisti della loro istruzione. «Molte sono le problematiche emerse nel corso dell’assemblea pubblica», sottolinea Prota, «tra cui quella relativa al cambio di modalità di insegnamento. I ragazzi preferirebbero un approccio diverso in classe da parte dei docenti. Inoltre, ci hanno chiesto di partecipare a più assemblee e soprattutto di essere maggiormente informati anche delle attività della Rete».

«Gli studenti si sono lamentati, poi, di alcuni deficit strutturali di alcune scuole, che necessiterebbero di un’ammodernamento oltre che di una migliore distribuzione degli spazi, specialmente in quegli istituti che hanno visto un aumento di iscritti».

I presenti alle assemblee, infine, si sono detti contrari al preside manager e all’alternanza scuola-lavoro, così come è intesa nella riforma: «Vogliamo essere anche noi a decidere dove andare a fare gli stage», hanno chiesto. (p.d.a.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi