Studenti in piazza per una scuola moderna e di valore
BELLUNO. «La storica scuola Gabelli è il simbolo di una riforma dell’edilizia scolastica che manca». Lo hanno detto a gran voce ragazzi e ragazze delle scuole superiori che hanno partecipato alla manifestazione organizzata dalla Rete degli Studenti Medi di Belluno.
Una mobilitazione che, lanciata in concomitanza con quella nazionale, ha visto un corteo di circa 150 studenti attraversare, a partire dalle 8, tutto il centro cittadino, per poi approdare proprio nei giardini intitolati lo scorso anno a Pierina Boranga. «Abbiamo scelto questo luogo per svolgere la nostra assemblea pubblica proprio perché rappresenta una bellissima scuola che dovrebbe essere recuperata», sottolineano Denis Donadel, coordinatore provinciale della Rete degli Studenti Medi, e Patrick Barattin. «Noi ce lo sogniamo di avere una scuola come questa. Ha degli spazi meravigliosi che non possono essere lasciati al degrado. E invece sta cadendo a pezzi. Ci rendiamo conto che i tempi sono duri, ma questo non vuol dire che la Gabelli debba essere lasciata in uno stato di abbandono».
«Noi siamo assolutamente favorevoli a un progetto di ristrutturazione della vecchia Gabelli», aggiunge Giada Nora, membro della Rete, «anche perché ci mancano posti dove studiare. E questa storica scuola ha degli spazi che potrebbero diventare usufruibili a studenti delle scuole di ogni ordine e grado».
Uno dei problemi molto sentiti dagli studenti bellunesi è infatti quello della scarsità di luoghi di aggregazione. «Ci sono la biblioteca civica e lo Spazio giovani. Ma contando che ogni scuola superiore, in media, ha tra i 600 e gli 800 iscritti, non bastano», aggiunge Giada. Ma le criticità sono anche altre: oltre a edifici scolastici che gli studenti ritengono poco sicuri dal punto di vista strutturale (non a caso uno degli striscioni portati in corteo diceva “Il tetto crolla e mi fa male, ma ho la lavagna digitale”, ndr), c’è l’ormai annosa questione del costo dei trasporti.
«Da quando è stato eliminato l’Unico Studenti», sottolinea Giada, «le nostre famiglie si trovano a pagare ciascuna circa 400 euro. Senza contare le spese per i libri. In un periodo di crisi, sono cifre che incidono ancora di più». Sul “banco d’accusa” anche i troppi tagli al sistema scuola e il Patto educativo sulla riforma della scuola presentato il 3 settembre dal Governo. «Nel testo tantissimi aspetti che per noi sono importanti non vengono nemmeno presi in considerazione», mette in risalto Serena Jessica Prota, membro dell’esecutivo provinciale della Rete. «Non si parla di come riformare la didattica rendendola più incline a formare cittadini del domani, di come migliorare un sistema di servizi che attualmente non va incontro alle categorie sociali più svantaggiate».
Presente alla mobilitazione studentesca anche Luciano Padovani, ex presidente dell’Anpi Belluno: «L’associazione dei partigiani sostiene le rivendicazioni portate avanti dagli studenti», evidenzia. «Questo perché ragazzi e ragazze chiedono una scuola adeguata ai tempi. Quella che, tra l’altro, era già individuata nella Costituazione, ma da cui siamo molto lontani». Alla conclusione dell’assemblea, i giardini della storica Gabelli hanno ospitato musica, laboratori artistici, ma anche momenti di discussione sul Patto educativo e sul rapporto tra mondo della scuola e lavoro. «Se rimarrete qui durante la giornata», l’invito lanciato agli studenti da Serena Jessica, «questo bellissimo luogo rivivrà. La “Grande bellezza” non sono i politici, ma noi giovani e tutti i luoghi che possono costituire offerta culturale e che devono essere preservati e valorizzati».
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