Studenti turbolenti in caserma «La prof ha esagerato con noi»
Ammissioni, ma non troppo. Convocati nelle caserme dei carabinieri e interrogati dopo l’avviso di garanzia, i venti studenti dell’Itis Negrelli indagati per interruzione di pubblico servizio non avrebbero nascosto di formare una classe turbolenta. Allo stesso tempo, però, non si sarebbero aspettati che, nell’aprile dello scorso anno scolastico, l’insegnante di chimica arrivasse al punto di chiamare il 112, facendo intervenire una pattuglia della Compagnia di Feltre. Quella seconda di venti maschi è senza dubbio molto vivace, ma a sentire loro l’iniziativa della docente è stata esagerata. Malgrado insulti, lancio di cartacce, versacci animaleschi e scherzi da caserma.
È l’unica a essersi lamentata in maniera così eclatante del loro comportamento, senza peraltro passare per il dirigente scolastico di riferimento. Certo, la sua telefonata ha provocato prima una comunicazione di notizia di reato e poi la conseguente indagine coordinata dalla Procura dei Minori di Venezia, con tanto di avviso di garanzia. Il reato è contestato in concorso a tutti e venti, dopo i quattro giorni di sospensione. Con il loro comportamento hanno causato l’interruzione dell’ora di lezione e in questo sta l’ipotesi di reato. Non c’è anche l’oltraggio a pubblico ufficiale, in quanto l’insegnante lo è solo in alcune situazioni specifiche, come spiegano gli avvocati.
Papà e mamme hanno dovuto organizzarsi con una rappresentanza feltrina del foro di Belluno, che naturalmente non farà volontariato, di fronte al Tribunale dei Minori: D’Agostini, Lise, Pauletti, Perco, Rech e Tiziani. Non manca più molto all’udienza preliminare e le strade percorribili sono sostanzialmente due: la messa alla prova e il perdono giudiziale.
Da una parte un percorso educativo che richiede un rendimento scolastico incoraggiante, tanto per iniziare. Gli indagati dovranno andare bene a scuola e dimostrare di aver capito che non è quella la maniera di comportarsi. In caso contrario, finiranno a processo. Dall’altra, il giudice può astenersi dal pronunciare il rinvio a giudizio, quando ha ragione di presumere che il colpevole senza precedenti si asterrà dal commettere ulteriori reati .
Chi ha più 15 o 16 anni da un pezzo, si ricorda che doveva alzarsi in piedi e salutare con educazione quando qualsiasi insegnante entrava in classe. In quella seconda dell’Itis, secondo la magistratura, non succedeva niente di tutto questo. Prima di essere trasferita in un altro istituto, la donna veniva bersagliata di insolenze o di carte. Doveva sentire versacci animaleschi o sopportare scherzi da nonno nei confronti della recluta. Per dirne uno, la sedia attaccata alla cattedra con lo scotch. I legali stanno ancora decidendo la strategia difensiva. Non c’è molto tempo. —
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