Studio del sonno, si allungano le attese

Il personale di pneumologia deve affrontare i casi acuti e scarseggia il tempo per l’esame

FELTRE. È stata una delle eccellenze dell’ospedale Santa Maria del Prato, la polisonnografia, tale da richiamare a Feltre persino i vip del mondo della celluloide come Paolo Villaggio.

Ma adesso, con un organico appena sufficiente a gestire una marea di casi in acuzie e forse con lo scetticismo della Regione a investire nella medicina del sonno, chi soffre di apnee notturne invalidanti e chiede una diagnosi si deve mettere in attesa. In lunga attesa. Perché con le risorse disponibili e i tempi tecnici previsti per questo specifico esame (una notte in degenza dedicata con il monitor che registra numero e durata delle apnee e lettura per l'esito da parte del tecnico), più di un paziente alla settimana non si accoglie. E le richieste continuano a essere elevate e anche da fuori Usl.

Ne sa qualcosa una donna di Belluno che segnala come, su indicazione del proprio medico curante che l'ha indirizzata a Feltre, abbia chiesto un appuntamento per approfondire l'entità delle apnee notturne che la affliggono. “I residenti da fuori Usl aspettano”, si sarebbe sentita rispondere, cosa che viene confermata anche dal direttore di area medica Lorenzo Tognon. E questo indipendentemente dai codici di priorità che vengono messi nell'impegnativa dal medico di base per accorciare i tempi di attesa. «Un residente del territorio di questa Usl ha la precedenza su quelli che provengono da fuori».

L'attrazione, dunque, non ripaga se non ci sono investimenti finanziari “dall'alto” che giustifichino l'incremento di risorse. Resta il fatto che in libera professione, come riferisce la donna bellunese, cioè pagando 130 euro per visita ed esame, l'appuntamento lo si ottiene. In questo settore non ci sono, infatti, liste d'attesa nel senso che la richiesta di prestazioni a pagamento è uguale a zero. Ma bisogna comunque trovare la persona dedicata, cioè il medico che ha tempo di dedicarsi a questo accertamento.

La capacità di produzione di questi esami, infatti, è bassa perché pochi sono gli specialisti dedicati a questa specificità, seguita per molti anni da Riccardo Drigo prima della nomina a primario di pneumologia a Montebelluna.

La priorità, nell'ambito del reparto, è riconosciuta tutta nelle visite. Anche perché manca il tempo, si spiega dall'interno. Il laboratorio del sonno può processare solo una persona alla settimana. E per leggere gli esiti serve una mezza giornata di lavoro. Personale dedicato a tempo pieno non ce n'è. Questo è il motivo per cui le liste d'attesa sono tanto lunghe.

Da maggio dell'anno scorso c'è infanto la possibilità di eseguire la “sleep endoscopy”, un esame diagnostico per curare i disturbi del sonno che chiama in causa il pneumologo, l'otorinolaringoiatra e l'anestesista. Grazie all'approccio multidisciplinare che consente di diagnosticare e curare le apnee notturne grazie alla tecnica chirurgica mini-invasiva, l'ospedale di Feltre si conferma all'avanguardia nel trattamento di questi disturbi. Questi vanno dal semplice russamento alla sindrome delle apnee notturne e sono responsabili della sonnolenza diurna con il rischio di incidenti stradali o sul lavoro da "colpo di sonno".

Laura Milano

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi