Stufa della cucina difettosa casa divorata dalle fiamme

Nessuna persona coinvolta, danni ingenti in una villa di piazza S. Giovanni Bosco Le altissime temperature hanno squagliato parte del mobilio e il condizionatore
Di Marco Ceci

BELLUNO. Le temperature raggiunte all’interno dell’abitazione sono state così elevate da squagliare letteralmente tutte le componenti di arredo realizzate in plastica o materiali compositi. Persiane e climatizzatore compresi.

Nessun ferito, fortunatamente, ma sono stati ingenti i danni provocati dall’incendio scatenatosi nella tarda mattinata di ieri in una villetta bifamiliare di piazza San Giovanni Bosco, dove sono andati quasi completamente distrutti il piano terra e il primo piano di una delle due unità abitative, mentre è stata in parte risparmiata la mansarda. A lanciare l’allarme il vicino di casa, intorno alle 11.40. «Ero in casa quando ho iniziato a sentire un crepitio, sempre più insistente con il passare dei minuti. Sono uscito e sono stato investito da un odore acre, inconfondibile: l’aria era molto calda, la casa dei vicini era avvolta da un denso fumo che usciva dalle finestre, dalle porte e dai camini. Ho suonato immediatamente il campanello, ho chiamato», ripercorre quei concitati momenti l’uomo, «ma nessuna risposta. Sono quindi corso nel piano interrato per staccare luce e gas, poi ho chiamato i soccorsi».

Sul posto si sono subito portati una volante della questura e i vigili del fuoco di Belluno, con al seguito l’autogru. I vetri di un paio di finestre erano già esplosi (indizio del grande calore che si era sviluppato all’interno) all’arrivo dei pompieri, che una volta entrati nell’abitazione si sono trovati di fronte l’inferno: una densa coltre di fumo, mobili inceneriti, elettrodomestici e suppellettili squagliate dal calore. Con le fiamme che, dopo aver devastato il piano terra e pesantemente danneggiato il primo piano, si stavano propagando nel sottotetto mansardato, trovando sfogo nel vano scale. Staccati gli impianti di luce e gas, i vigili del fuoco hanno quindi utilizzato le manichette ad alta pressione per aver ragione dell’incendio, domato solo dopo circa mezz’ora.

A restare, una volta diradatosi il fumo, solo un cumulo di macerie annerite. Parzialmente risparmiato solo il primo piano e quello mansardato, dove le fiamme, dopo aver invaso corridoi e pavimenti, non erano ancora riuscite a crearsi un varco tra le porte delle varie stanze. Solo per pura coincidenza, mentre l’abitazione si stava trasformando in un rogo, in casa non c’erano nè i proprietari nè i due figli. Le operazioni di messa in sicurezza e smassamento da parte dei vigili del fuoco, che hanno utilizzato anche una termocamere per poter meglio ricostruire l’accaduto, sono proseguite fino alle 14.30.

L’ipotesi più verosimile resta quella di un rogo innescatosi in cucina, con le fiamme che si sarebbero propagate dalla stufa in maiolica, forse a causa di un funzionamento difettoso della stessa. Da lì l’incendio ha interessato in pochi minuti l’intero piano terra, raggiungendo poi i piani superiori.

A preoccupare i pompieri, poi, è stata la comparsa sui muri esterni di alcune crepe, conseguenza dell’elevato calore sprigionatosi all’interno della casa. Dopo un’approfondita indagine, tuttavia, i pompieri hanno potuto escludere danni strutturali tali da far decretare inagibile l’abitazione. Anche se i danni sono tali da scongliarne, al momento, l’utilizzo.

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