“Suina”, altro caso grave all’ospedale San Martino
BELLUNO. Un nuovo caso di influenza “suina” all’ospedale di Belluno. Si tratta di un uomo di 64 anni che si trova da ieri ricoverato nell’unità operativa di Rianinazione del San Martino.
L’uomo, che era affetto già da altre patologie e che non si era vaccinato, era entrato martedì sera al Pronto soccorso per problemi respiratori. Da qui era stato ricoverato nel reparto di Pneumologia, dove però le sue condizioni si sono aggravate soprattutto sotto l’aspetto polmonare.
Visto il complicarsi del quadro clinico e la positività al test del virus H1N1, cioè della cosiddetta influenza “suina”, imedici hanno deciso il suo trasferimento in Rianimazione dove si trova ora monitorato costantemente. Le sue condizioni sono gravi.
Con questo nuovo caso, nel Bellunese salgono a otto i pazienti che sono stati ricoverati nell’ospedale del capoluogo. Tra questi la signora che, quasi due settimane fa, era entrata per problemi respiratori gravi e che ora si trova ancora all’ospedale di Bologna per le cure necessarie. Quattro poi degli altri pazienti che nel corso dei giorni erano stati accolti nell’unità operativa di Malattie infettive, sarebbero in via di guarigione tanto che tre sono stati dimessi o lo saranno in questa settimana. Altri due, invece, saranno trattenuti per gli ultimi accertamenti.
Intanto sono nove anche i casi registrati nell’Usl 2 di Feltre, a cui si deve aggiungere anche un decesso, il primo in provincia. Ma non il solo. Infatti, soltanto qualche giorno fa a Padova è deceduto per le complicanze dell’influenza “suina” un altro bellunese sessantenne.
Resta alta, quindi, l’attenzione anche al San Martino per far fronte all’emergenza scattata con l’influenza.
È ancora attivata la task force che vede più reparti uniti per la gestione dei casi più gravi dalla Pneumologia alla Rianimazione dal Pronto soccorso. Insomma tutte le unità operative sono in stato di allerta e pronte ad intervenire.
Nei giorni scorsi, d’altra parte però, c’era stato un leggero decremento di accessi all’ospedale per questa patologia tanto che lo stesso direttore medico aveva sperato che si trattasse di un possibile rientro dell’emergenza e del picco influenzale. Ma a quanto pare bisognerà attendere almeno fino alla fine di febbraio per vedere la parabola discendente del virus e della sua virulenza che quest’anno non ha risparmiato praticamente quasi nessuno, complice il calo delle vaccinazioni eseguite.
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