Sul Bellunese venti fino a 140 km/h: il record sul Faloria
BELLUNO. Raffiche di vento che hanno raggiunto i 140 km orari. E che, data la loro potenza e il loro carattere improvviso, hanno scoperchiato case e fienili e provocato la caduta di parecchi alberi. Quella di domenica, nella parte alta della provincia, è stata una giornata da dimenticare. Tantissimi gli interventi dei vigili del fuoco, che hanno iniziato a lavorare già in tarda mattinata. Ieri gli ultimi interventi di ripristino: i vigili del fuoco di Pieve sono tornati a Lozzo di Cadore per sistemare delle tegole pericolanti che si erano spostate dalla sede naturale. I colleghi di Agordo sono invece tornati a Davedino di Livinallongo per il tabià letteralmente scoperchiato: lì hanno fatto un sopralluogo per verificare la situazione. Si tratta di una proprietà centenaria dell’allenatore del Cavarzano, Roberto Pauletti: non rimane più molto, i vento ha sconquassato la parte superiore e una fiancata.
In provincia è stata gran emergenza, domenica. «I fenomeni più consistenti si sono verificati tra le 15 e le 17 e si sono concentrati sulle Dolomiti centrosettentrionali», spiega Robert Thierry Luciani, previsore del Centro Arpav di Arabba. «La situazione critica è stata provocata dall’ingresso di forti correnti settentrionali, dovute anche a maltempo e neve sulle Alpi austriache. Uno stato di cose più invernale che autunnale, anche se il vento Foehn, caldo e secco, ha fatto sì che domenica facesse meno freddo al di sopra degli 800 metri che non a fondovalle. Basti pensare che a Caprile e Falcade, per fare un paio di esempi, si è arrivati a massime di 18-19 gradi».
Il vento ha soffiato a 140 km/h sul Faloria, a 137 sulla Marmolada. Sul Passo Pordoi si sono raggiunti i 108 km all’ora; 86 a Cortina e sul Passo Falzarego; 82 a Misurina; 65 a Sappada, 67 ad Arabba; 58 km/h a Falcade. «Questi sono i valori registrati nelle zone dove sono installate le stazioni Arpav», precisa Luciani, «ed è possibile che la potenza del vento, nelle aree limitrofe, abbia subito delle variazioni. Anche perché si sono riscontrate parecchie differenze in aree tra loro poco distanti».
Come spiegano dall’Arpav, fenomeni come quelli di domenica non rappresentano un’eccezionalità. «Certo, raffiche di vento a 140 km/h non sono ricorrenti, ma nell’arco di qualche anno posso capitare», prosegue il previsore. «L’aspetto particolare è dato dal carattere improvviso e dal rafforzamento immediato delle raffiche di vento: se l’intensità aumenta in modo graduale, gli alberi si piegano e resistono. Se invece, com’è accaduto domenica, si passa in meno di un secondo da 0 a 80 km/h, allora le piante cedono, così come si verificano danni ai tetti delle abitazioni. Qualcosa di molto simile era accaduto lo scorso anno in Valle di Gares».
Il vento ha soffiato anche ieri mattina, ma con forza decisamente minore: 40 km/h sulla Marmolada e 20-25 a Cortina. Nel pomeriggio l’ingresso di correnti settentrionali è andato poi esaurendosi. E per i prossimi giorni è previsto bel tempo: l’alta pressione, attualmente presente sull’Atlantico, si espanderà verso l’Europa, garantendo condizioni stabili. Niente pioggia almeno per tutta questa settimana. Anche se ce ne sarebbe bisogno, viste le condizioni siccitose che si trascinano da mesi.
«Domani (oggi per chi legge, ndr) il clima mattutino sarà freddo, con probabili brinate o gelate in molti fondovalle e sugli altopiani prealpini», evidenzia Luciani. «Di giorno farà però meno freddo rispetto a lunedì, specie in quota. Le temperature sono poi destinate ad alzarsi nella giornata di mercoledì, quando la colonnina di mercurio registrerà valori piuttosto miti, al di sopra delle medie del periodo».
Le condizioni stabili permarranno anche giovedì e venerdì, salvo l’insidia di qualche nube bassa mattutina nei fondovalli e in alcuni settori prealpini. «Forse il tempo potrà cambiare da domenica, alcuni modelli prevedono l’arrivo di perturbazioni», conclude Luciani, «ma è ancora presto per avere dati certi».
Martina Reolon
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