Sul monte Pizzoc “a caccia” di uccelli in volo verso sud

Si rinnova anche quest’anno l’attività di monitoraggio coordinata dall’Ispra e dal Muse di Trento

LA RICERCA

Eccoli i primi uccelli transahariani: 3 culbianchi, 4 prispoloni, una bigiarella, un liù grosso e il primo stiaccino.

«Tutte queste specie sono dei migratori, diretti cioè nel continente africano, al di sotto del deserto del Sahara: un lungo viaggio ancora li attende», commentano, mentre li inanellano, i volontari che con il coordinatore Andrea Favaretto da tempo e ogni anno certificano i volatili di passaggio lungo una delle rotte più frequentate dagli uccelli migratori. La campagna, con tanto di reti di cattura, è iniziata l’1 settembre e si concluderà il 31 ottobre. L’attività è coordinata dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e dal Muse (Museo delle Scienze di Trento) e rientra in un ambito più ampio denominato “Progetto Alpi” che studia la migrazione autunnale dei passeriformi su tutto l’arco alpino. L’attività ha ricevuto anche quest’anno il patrocinio da parte dell’Associazione faunisti veneti ed è cofinanziata dall’associazione venatoria “Libera caccia”.

«Si tratta di un’attività di ricerca che serve a studiare gli andamenti delle popolazioni delle specie di uccelli migratori sul medio-lungo periodo, con importanti applicazioni per la conservazione e la protezione delle specie selvatiche», spiega Favaretto.

L’anno scorso le catture totali sono state 5932, con 129 autoricatture, cioè esemplari catturati già con l’anello. Le specie catturate e inanellate sono state 54, con 3 nuove.

«Considerando che noi catturiamo solo una piccola frazione di tutti gli uccelli che migrano sul passo, questi numeri», sottolinea Favaretto, «ci danno l’idea della straordinaria varietà e intensità del passaggio migratorio sul monte Pizzoc, non a caso istituito a valico montano di interesse regionale. Si tratta di decine di migliaia di individui che ogni autunno attraversano il valico proveniendo dal nord dell’Europa e che si spostano a sud, nei quartieri di svernamento, dalla pianura padana fino all’Africa equatoriale e anche oltre».

Il pettirosso si conferma la specie più catturata, con più di 1500 esemplari inanellati, alcuni di essi anche in piena notte, con favore di luna. Incredibile il numero di regoli, più di 1000, con un record precedente attorno ai 350. Il codirosso spazzacamino registra un continuo aumento negli individui, e anche per questa specie si tratta del record assoluto da quando è iniziato il progetto. Si è trattato di un anno, sempre il 2019, di passaggio molto intenso anche per la cincia mora, non nuova a movimenti migratori irruttivi in anni particolari. Fringuello e peppola sono stati catturati quasi con gli stessi numeri. Si è registrato il record assoluto anche per il merlo (222 esemplari), mentre il tordo bottaccio ha fatto registrare il secondo valore assoluto. Anche per il lucherino si è trattato della seconda stagione per numero di catture, mentre per lo spioncello si tratta della terza annata migliore. Gli studi in corso determineranno anche se come cambiano le rotte migratorie dei popoli, altrettanto accade per i volatili. Quelli in arrivo sul Pizzoc provengono sia dai Paesi scandinavi e sia dalla lontanissima Siberia. Alcuni si fermano sulle coste italiane o francesi del Mediterraneo, altri vanno oltre i deserti. —



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