«Sul Pronto soccorso timori irrazionali»
Il direttore generale Usl, Rasi Caldogno, certo che i sindaci agordini non faranno dietrofront sui Fondi di confine
AGORDO. «L’uomo è libero nelle scelte, ma vincolato nelle conseguenze. Se, circa il contributo per il pronto soccorso di Agordo, verranno prese decisioni diverse da quelle pattuite, qualcuno dovrà risponderne».
Il direttore generale dell’Usl 1 Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno, è convinto che i 2,5 milioni di euro dei Fondi di confine verranno alla fine destinati alla ristrutturazione del pronto soccorso.
I sindaci lamentano che in tre settimane l’Usl non ha risposto al documento da loro inviato. Perché non avete dato un riscontro?
«A noi è pervenuta una lettera a firma del presidente dell’Unione montana, Fabio Luchetta, datata 2 novembre. I destinatari a cui è inviata sono quattro (più due “per conoscenza”). Al primo posto c’è l’assessore regionale alla sanità a cui i sindaci si sono rivolti in quanto nel documento si individua la Regione come interlocutore per la concretizzazione delle loro richieste. Io sono all’ultimo posto: non credo di essere io l’interlocutore che cercano».
Perché non comunicate le vostre decisioni ai sindaci?
«Il 13 ottobre, quando abbiamo presentato la proposta di atto aziendale ai due esecutivi delle conferenze dei sindaci, era presente il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit, che, a latere, ha chiesto una serie di informazioni. Il 23 ottobre abbiamo incontrato Da Roit che è il nostro interlocutore istituzionale all’interno dell’esecutivo della conferenza e che ha un modo di rapportarsi assai corretto e abbiamo fornito le numerose informazioni che ci ha chiesto in merito al funzionamento dell’ospedale in Agordo. Il 25 ottobre, poi, il direttore sanitario gli ha fornito tutta una serie di informazioni di dettaglio sia per le funzioni del laboratorio analisi che della radiologia che dell’ortopedia».
I sindaci, però, facevano riferimento alle scelte organizzative dell’Usl all’ospedale di Agordo non comunicate loro preventivamente.
«Abbiamo visto che le modalità di impostazione di un rapporto non erano costruttive e che c’è stata anche una deformazione dei ruoli. Mi spiego: la responsabilità del buon andamento della parte sanitaria compete all’azienda, lo dice la legge 502. Noi poi diamo le informazioni del caso, sulla parte socio-sanitaria possiamo interloquire, siamo rispettosi del ruolo dei sindaci, ma anche noi abbiamo dei ruoli e dei compiti che ci vengono affidati e ne rispondiamo davanti a chi ce li affida, cioè la Regione. Non credo di dover spiegare ai sindaci se un primario opera in un modo o nell’altro. Ad ogni modo il nostro interlocutore all’interno della conferenza dei sindaci rimane il sindaco di Agordo al quale abbiamo dato tutte le informazioni. Se poi fra i sindaci agordini ci sono state, per dirla con un eufemismo, delle divergenze, noi non ci mettiamo becco».
Nella scheda progettuale per la ristrutturazione del pronto soccorso si parla dello spostamento del laboratorio analisi in un’altra ala dell’ospedale. Venerdì, tuttavia, avete terminato il trasloco del laboratorio da Agordo a Belluno. Non è contraddittorio?
«No, perché ci sono una serie di funzioni relative al laboratorio analisi (ma lo stesso discorso si potrebbe dire per altri ambiti) che non necessariamente si svolgono in loco. Quello di Agordo non sarà solo un centro prelievi. Se si guarda la batteria di esami possibili con il Poct che abbiamo comunicato al sindaco di Agordo essa è notevole. Si tenga poi conto che in Romagna c’è un solo laboratorio analisi per un milione e mezzo di abitanti. Se non avessimo alcun vincolo di tipo economico, se le risorse per il personale fossero illimitate, allora metteremmo un laboratorio analisi in ogni angolo».
Cittadini e sindaci, tuttavia, hanno paura che senza un laboratorio analisi completo venga messa in dubbio l’esistenza stessa del pronto soccorso e pregiudicata l’attività dei reparti.
«Le paure hanno una matrice irrazionale. C’è gente che ha paura di prendere l’ascensore, di stare in una piazza. E c’è chi ha paura che tolgano il pronto soccorso. Io opero a un livello di razionalità e ricordo che l’intervento al pronto soccorso è stata da sempre la nostra priorità. Non vogliono mettere i fondi? Non credo possano tirarsi indietro: la decisione è già stata presa, ci sono degli atti, c’è un ente di rango superiore che ha deliberato e sulla base di ciò l’Usl ha fatto spese e attività. E poi se si bloccasse il pronto soccorso, i primi ad essere penalizzati sarebbero proprio gli agordini».
Si chiede anche il ripristino della segreteria di radiologia.
«Il servizio di radiologia reso ad Agordo è in linea con le attese. Il volume dell’attività svolta è in aumento. L’accettazione è ad un piano piuttosto che ad un altro? A noi interessa salvaguardare l’erogazione del servizio sanitario. Ad ogni modo abbiamo inoltrato richiesta per l’assunzione di un lavoratore socialmente utile che svolga attività di sportello e non solo».
Gianni Santomaso
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