«Sulla sanità c’è un piano unitario?»

Scettico il deputato del Pd, De Menech: «Qual è il futuro della struttura di Lamon?»

CORTINA. C’è una strategia unitaria per la sanità bellunese? La domanda, tutt’altro che retorica, è del deputato Roger De Menech, preoccupato per le notizie che si accavallano rispetto al futuro delle strutture ospedaliere della provincia. «Mi sembra che la Regione brancoli nel buio, oppure abbia deciso di tenere coperte le sue carte perché probabilmente molto impopolari», afferma De Menech. «L’unificazione delle due Usl avrebbe dovuto portare alla razionalizzazione e a una maggiore efficienza della sanità e, ribadisco, a un progetto strategico di insieme. Invece sembra che l’intenzione della Regione sia di portare la riabilitazione a Cortina d’Ampezzo, in attesa di decidere se e come privatizzare l’ospedale per le cui procedure tuttavia non ci vorranno meno di 18 mesi. Se così fosse, varrebbe la pena di sapere qual è il futuro immaginato per Lamon, dove grazie ai sindaci, il Fondo Comuni Confinanti sta investendo 4 milioni di euro per il miglioramento dell’ospedale. E lo stesso vale anche per Feltre (2 milioni di euro) e per Agordo (2,5 milioni di euro), dove, sempre grazie ai sindaci e alle amministrazioni locali, con i Fondi di Confine stiamo intervenendo con risorse importanti a supporto della Regione e dell’Usl».

Intanto a Cortina a fine mese terminerà la sperimentazione pubblico-privato che ha gestito negli ultimi anni l’attività dell’ospedale Codivilla Putti e le domande senza risposta sono ancora troppe. «Verrà tutelata, e come, l’occupazione, salvaguardando tutto il personale? Sarà mantenuta l’attività di ricovero e assistenza oltre al Punto di primo intervento e al Poliambulatorio? E la cura dell’osteomielite? Cosa significa, poi, affidare l’attività all’Oras di Motta di Livenza, verrà garantita solo la riabilitazione o anche le altre specializzazioni ospedaliere? Infine questo rapporto può instaurarsi senza una specifica scelta legislativa e senza che sia stabilito un termine? È di ieri la notizia del ricorso della Giomi, mentre è arrivato l’ordine dell’Usl 1 di sgombero dei locali entro le ore 24 del 29 aprile», ricorda De Menech. «La Regione ha così stabilito che il Codivilla non può accettare nuovi ricoveri. Ma cosa ne sarà degli attuali degenti? E come pensa l’Usl di dare continuità anche solo all’attività di riabilitazione, se le attrezzature mobili e mediche non sono nella sua disponibilità? E, infine, se come affermato dal presidente Zaia, l’ospedale rimarrà aperto il 30 aprile, il primo di maggio e così via, perché è arrivato dall’Usl l’ordine di sgombero?».

«Tutte le procedure potevano e dovevano essere fatte nei tre anni precedenti», attacca il deputato. «La legge di proroga della sperimentazione, fatta approvare dal Pd nel 2014 aveva proprio questo scopo: consentire alla Regione di redigere un piano sanitario e organizzarsi dal punto di vista tecnico e amministrativo per il cambio di gestione. Invece la Regione ha lasciato trascorrere il tempo per ritrovarsi ora a un punto morto».

Il deputato, quindi, chiede «alla Regione Veneto di mantenere attivo il Codivilla Putti in tutte le sue funzionalità: non ci bastano le rassicurazioni generiche sulla continuità di una non meglio specificata attività di recupero funzionale. Vogliamo un impegno preciso della giunta e del Consiglio regionale per il mantenimento a Cortina di medicina generale, ortopedia, traumatologia e soprattutto dei reparti di cura dell’osteomielite. Su quest’ultimo aspetto è calato un silenzio tombale ed è singolare poiché si tratta del settore sanitario più qualificato che ha caratterizzato l’ospedale di Cortina negli ultimi 14 anni».

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