«Sulle Dolomiti comprando la vignetta»

Livinallongo. Gli albergatori dicono no alla chiusura dei passi, ma qualcuno pensa a introdurre il ticket in stile austriaco

LIVINALLONGO. Rotondo no degli albergatori alla chiusura alle auto e ai pullman dei passi dolomitici, anche solo per poche ore. Una misura, questa, su cui punta la Fondazione Dolomiti, con una proposta che perfezionerà nei prossimi mesi, in preparazione della visita degli ispettori Unesco il prossimo anno. Piuttosto – ecco la novità – l’introduzione di una vignetta da pagare agli ingressi dell’area dolomitica: a Longarone piuttosto che in Carnia o all’inizio della Val Pusteria.

Ma andiamo con ordine. Walter De Cassan, albergatore e ristoratore di Livinallongo, è presidente di Federalberghi provinciale. «Finchè io avrò questa responsabilità mi batterò in ogni modo contro la chiusura dei passi; il diritto alla mobilità è sacrosanto». De Cassan anticipa che sta preparando un dossier, al riguardo, che recapiterà quanto prima a Federalberghi del Veneto e a Federalberghi nazionale. «Siccome il transito sulle Dolomiti è di italiani e di stranieri, il problema riguarda tutti, non solo la Fondazione Unesco, le Province e i Comuni interessati». De Cassan ha appreso di questa prospettiva dalla stampa, precisa di non essere mai stato contattato né dalla Provincia né dalla Fondazione, quindi formalmente il problema, per lui, non esiste. «È una questione così delicata e, appunto, problematica che immagino non mancheranno di convocarci. E a quel tavolo mi presenterò fermissimo sulla posizione di diniego». Anche perché, a suo parere, il problema non esiste, o meglio si pone solo in rarissime circostanze l’anno. «Se è vero che lungo l’Alemagna domenica c’era l’arcano, da queste parti si viaggiava in tranquillità. Non vedo pertanto la ragione di provvedimenti repressivi».

Igor Valleferro, titolare del Berghotel di Passo Giau, la pensa come il collega. «Ben venga la chiusura, una volta l’anno, per manifestazioni internazionali come la maratona delle Dolomiti, a cui, tra l’altro, si deve prima l’asfaltatura di questo passo e, poi, il suo lancio. Ma basta chiusura. Piuttosto – ecco la proposta che farà discutere – vedrei opportuna l’introduzione di una vignetta per consentire agli automobilisti di passaggio sulle Dolomiti di lasciare un contributo, seppur minimo, alla sempre più problematica manutenzione di questa rete stradale». Una vignetta, sull’esempio di quelle esistenti in Austria piuttosto che in Slovenia? «Perché no? – risponde De Cassan – Una vignetta da pagare non per il transito sui passi, ma su tutte le Dolomiti. Anche questa proposta, tuttavia, va realizzata dopo il necessario confronto con tutte le categorie interessate». Valleferro ricorda che in tanti casi sono gli stessi albergatori ad mettere cartelloni e pannelli luminosi informativi in località e strade prive di qualsiasi indicazione, specie in lingua straniera. Quindi la vignetta, o altri strumenti, potrebbero andare in un fondo da cui attingere per questi investimenti.

Francesco Dal Mas

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