Sulle impegnative delle case di riposo deciderà il territorio
BELLUNO. La questione che preoccupa di più la Conferenza dei sindaci dell’Usl 1, come da diversi anni ormai, è quella delle risorse economiche. Risorse che iniziano a scarseggiare, come ha illustrato il funzionario dei servizi sociali dell’Usl 1, Angelo Tanzarella. «A fronte della conferma della Regione del fondo indistinto di 900 mila euro e di quello per la non autosufficienza che dovrebbe portare qualche euro in più al nostro territorio», ha spiegato Tanzarella, «dobbiamo fare i conti con una diminuzione significativa della popolazione che dal 2013 al 2014 ha visto una perdita di 1068 unità. Dal 1995 al 2014 il decremento è stato del 5.3%, mentre dal 2008 al 2014 è stato pari al 3.6% ovvero il 68% del calo complessivo dei residenti dell’ultimo ventennio. Questo significa che i giovani se ne vanno e che aumentano gli anziani e quindi il bisogno di sanità».
«Questa situazione», ha proseguito, «potrebbe portare, a lungo andare, ad un aumento della quota capitaria che pagano i Comuni per il fabbisogno sociale. E se oggi possiamo confermarla a 18.50 euro per ogni abitante (anche se la quota nominale è pari a 21.17 euro), non sappiamo se sarà possibile il prossimo anno». Ma a scarseggiare è ormai anche il fondo di accantonamento che serve a coprire la differenza tra la quota capitaria pagata e quella reale. «Quando avremo votato il bilancio 2014 che dovrebbe chiudersi con un utile di 195 mila euro, in cassa rispetto ai 300 mila attuali del fondo, ne rimarranno 150 mila euro. Perciò servono altre vie di finanziamento», ha auspicato Tanzarella.
Intanto, una buona notizia pare arrivare da Venezia intenzionata a lasciare alla programmazione locale la distribuzione le impegnative di residenzialità delle case di riposo, «rendendo meno complicata la nostra situazione. Il problema per l’Usl 1 è la carenza di posti di media intensità di cura rispetto a quelli di ridotta. Sui 950 letti accreditati complessivi nell’Usl, abbiamo 113 di media intensità ma soltanto 48 impegnative, a fronte di 300 richieste. Se potessimo trasferire parte delle impegnative di ridotta intensità di cura a quelle di media avremo risolto un problema annoso», ha concluso Tanzarella. (p.d.a.)
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