Sulle rocce del Calcino è scritto il futuro
Sedimenti di 40 milioni di anni fa raccontano gli effetti del riscaldamento globale
ALANO DI PIAVE.
Gli scenari futuri del riscaldamento globale potrebbero essere letti negli antichi sedimenti marini che affiorano lungo il torrente Calcino. Un team internazionale di ricercatori coordinati dal professor Domenico Rio dell'Università di Padova ha individuato nel torrente alanese delle marne di mare profondo risalenti ad un intervallo di tempo da 41 a 36 milioni di anni fa, Gli scienziati avvieranno ora l'iter affinché la sezione del Calcino diventi un "geosito".
"Gssp" nel gergo tecnico, il geosito, che ospita sedimenti risalenti ad un periodo raramente documentato diventerebbe riferimento mondiale per studiare quell'intervallo temporale. Assodata l'eccezionale rilevanza scientifica (la scoperta vanta già prestigiose pubblicazioni a livello internazionale e un paio di tesi di dottorato), la condizione fondamentale per l'istituzione del "geosito" sono il mantenimento dell'accessibilità e la conservazione dell'area che dovrebbe diventare luogo di studio e ricerca per gli esperti di tutto il mondo. Una questione che riaccende i riflettori sui progetti escavativi sul Col Del Roro, visto che nei pressi di quest'area è prevista una strada per il trasporto del materiale asportato. Dopo una prima fase di accertamento scientifico la palla passerà dunque alle decisioni della politica.
I rinvenimenti sono però di portata storica e livello mondiale e gli sviluppi delle ricerche promettono di essere fecondi per diversi campi del sapere. A spiegare nel dettaglio la scoperta è Luca Giusberti, ricercatore del Dipartimento di geoscienze dell'università di Padova, che fa parte del team coordinato dal professor Rio, direttore dello stesso dipartimento. «Le nostre ricerche», spiega Giusberti, «effettuate in collaborazione con altre università straniere, sono state avviate nel 2003. Lungo il Calcino, a valle del ponte vicino allo stadio, è esposta una successione di sedimenti marini di età compresa tra i 41 e i 36 milioni di anni fa circa. L'interesse scientifico della sezione è duplice. Nella porzione più antica è registrato un evento climatico caldo globale durato circa 500 mila anni e risalente a 40 milioni di anni fa, noto come "Optimum Climatico dell'Eocene Medio", che ha avuto un ruolo fondamentale nell'evoluzione dello zooplancton marino. Questo periodo, a causa di elevate immissioni naturali di anidride carbonica, ha registrato un innalzamento medio della temperatura oceanica di circa 4 gradi centigradi originando importanti cambiamenti biotici sia a livello marino che terrestre. In prospettiva si tratta di una situazione analoga a quella attuale che potrebbe aiutarci a capire gli effetti potenziali del surriscaldamento causato dai gas serra».
Come spesso accade le soluzioni future di un problema presente potrebbero dunque giungere direttamente dal passato. «Nella porzione mediana della sezione», aggiunge Giusberti, «è ottimamente esposta la transizione tra l'Eocene medio e l'Eocene superiore risalente a circa 38 milioni di anni fa. Quest'intervallo è scarsamente rappresentato nei sedimenti di tutto il mondo. Per tale motivo la sezione del Calcino, nella sua unicità, è candidata a diventare riferimento mondiale. Per diventare un geosito, ci sono particolari requisiti da rispettare». Già a fine maggio si terrà sul posto un sopralluogo con il professor Eustoquio Molina dell'università di Saragozza, presidente della Sottocommissione internazionale di stratigrafia del Paleogene, per verificare se la sezione è adatta a divenire standard di riferimento del limite "Eocene Medio-Superiore".
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