Super vincita, l’indiziato è un operaio
LIMANA. Paese del miele e del... gratta e vinci. A Limana, la segnaletica non è ancora stata aggiornata, ma potrebbe essere anche questione di sessanta giorni. Il tempo necessario all'accredito dei 5 milioni di euro, vinti con un Maximiliardario da venti, sul conto di un operaio del reparto lastrature della Costan. Che avrebbe un nome curioso e molto poco diffuso, oltre che un fratello. E la cui famiglia nega assolutamente di essere stata baciata in fronte da una dea bendata, che per lui si è tolta la benda e ha messo anche gli occhiali. Ieri mattina a Giaon non si parlava che di concorsi a premi. E nei bar di Limana capoluogo, tutti trovavano facilmente il sistema, per pagare un sacrosanto giro di aperitivi. Tra uno spritz e un bianchetto, la felicità per «una famiglia tanto perbene, che speriamo aiuti la comunità».
Una grande festa anche alla Costan. Il fortunato vincitore del biglietto acquistato, nello scorso fine settimana, alla tabaccheria Fumera di via Roma non ha nascosto niente ai colleghi della fabbrica. L’altra sera si sarebbe confidato, facendo esplodere una festa spontanea. Tutto sul suo conto, si capisce, ma quando hai in tasca una somma così puoi lasciare da pagare anche svariate casse di champagne. Prima o poi, ti avanzerà qualche spicciolo...
Amici e conoscenti, invece, si sono ritrovati al bar Dassi da Sesto Paganin. Neanche se la squadra di calcio del Csi avesse vinto la Champions League: «Abbiamo brindato a lungo, come è normale che sia», sottolinea Paganin, «del resto, non capita tutte le settimane di poter festeggiare un evento così importante. Siamo contenti, perché conosciamo tutti questa famiglia e l’apprezziamo. I due ragazzi sono dei grandi lavoratori e sappiamo per certo che anche adesso sono in azienda. La loro vita non è ancora cambiata».
La tabaccaia portafortuna ha un nome e un cognome risaputi e il suo giro d’affari si è improvvisamente impennato, anche se ieri pomeriggio era chiuso per turno, come i vicini del negozio Crai Lavanda: «Non dirò mai come si chiama il vincitore. Neanche sotto tortura. Non ci siamo più sentiti, dal momento in cui abbiamo verificato che il biglietto era davvero vincente. Nel frattempo, tanta gente è venuta a trovarmi e di gratta e vinci ne abbiamo venduti chissà quanti altri. Qualche vincita c’è stata, ma di dimensioni decisamente inferiori. Io sarei quasi contenta così, di pubblicità ne abbiamo avuta tanta, adesso speriamo che si ricordino di noi».
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