Superati i 430 interventi per l’emergenza neve in Cadore e Comelico
Belluno. Caduta neve dai tetti, anche nella centralissima Belluno, intorno alle 23 di giovedì: all’incrocio tra via Garibaldi e via Loreto ne è venuto giù un bel cumulo dal tetto di un palazzo. Nessun coinvolto, ma la strada è stata parzialmente chiusa fino a ieri mattina, quando i tecnici hanno caricato tutto su un camion e liberato il tratto di incrocio tra le vie. Transennata anche una parte di carreggiata a lato di via Loreto, giusto davanti ai portici del condominio che fa angolo con via Garibaldi: anche in questo caso c’era il pericolo di caduta neve e l’inaccessibilità è stata estesa a pedoni, autobus (c’è una fermata della Dolomitibus) e ai parcheggi sottostanti. I vigili del fuoco sono intervenuti intorno alle 23 di giovedì per mettere in sicurezza la zona. Ieri la riapertura della via.
Intanto, in provincia, i distaccamenti dei vigili del fuoco hanno superato i 430 interventi per l’emergenza neve che da inizio anno interessa il Bellunese, soprattutto la zona del Comelico. Qui, ieri, si contavano ancora una ottantina di richieste rimaste in coda e da smaltire.
Anche ieri le squadre si sono rimesse al lavoro per la rimozione di accumuli di neve e di ghiaccio dai tetti e dalle strade. Autoscala e pale sui tetti, ma anche frese utilizzate per rompere la neve ghiacciata che si è accumulata ai lati delle strade. Così per esempio a Costalissoio, nel comune di Santo Stefano di Cadore.
Interventi anche nella zona di Pieve di Cadore e di Cortina, dove i vigili del distaccamento ieri mattina si sono spostati a Vervei, sopra Pocol, per ripulire la chiesetta degli alpini Ieri a Santo Stefano si contava ancora un metro di neve a sui tetti (con temperatura di -14 gradi).
In questo periodo in provincia hanno operato anche squadre di fuori regione e di altri enti. Nelle caserme dei vigili permanenti si continua con turni “lunghi”, non le solite 8 ore.
Una situazione che, con le giornate di sole in corso, torna lentamente alla normalità. «Previsioni meteo della Regione indicano questo», spiegava ieri l’assessore Bottacin sui social. «Pertanto mano a mano che si esauriscono gli interventi, rientrano tutte le strutture attivate dallo Stato (Esercito e vigili del fuoco di altre regioni), e dalla Regione (vigili del fuoco di Trento, Ana Padova, Ana Verona, Ana Treviso, Ana Belluno, Ana Cadore, Ana Feltre, Cnsas, gruppi e associazioni comunali territoriali, in particolare Antelao e Auronzo). Tali strutture sono state coordinate dalla prefettura (le statali) e dalla Regione (le altre). La Regione ha già formalizzato a tutti i sindaci della montagna veneta la lettera con le istruzioni su come indicare i costi sostenuti in modo particolare per la rimozione neve e per i danni registrati». Ora si attende lo stato di crisi. —
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