Superstrada, l’Alto Adige sbatte la porta
«L'intervalliva? L'ho scritto anche su Facebook, mi sembra di vedere tanti dilettanti allo sbaraglio...”. Oscar De Bona, presidente di “Longarone Fiere” (ma in passato anche presidente della Provincia di Belluno ed Assessore regionale ai flussi migratori), ed oggi membro del Consiglio di amministrazione di Veneto Strade, commenta stupito l'ipotesi di far proseguire l'A27 lungo il Cadore ed il Comelico.
«Ormai», dice, «non è più pensabile far passare un provvedimento di queste dimensioni senza avere il consenso dei sindaci e senza aver preventivamente avviato un'ampia consultazione del territorio».
«Non ho seguito direttamente gli sviluppi della vicenda, ma vorrebbero passare anche in Alto Adige?», chiede stupito Elmar Pichler Rolle, atteso oggi a “Longarone Fiere” per inaugurare l'Expo delle Dolomiti, in qualità di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco; ma che è anche assessore della Provincia di Bolzano alla tutela del paesaggio.
«Quello del prolungamento della A27, comunque, è un fantasma», spiega con un'immagine, «che ogni tanto cerca di uscire dalla bottiglia, presentandosi sotto varie spoglie. Ma stia sicuro che nella bottiglia lo facciamo ritornare subito!».
Insomma, nessuno spiraglio da parte dell'Alto Adige.
«Anche perché», soggiunge Pichler Rolle, « la Convenzione delle Alpi parla chiaro e non consente l’attraversamento dell’arco alpino con nuove via di grande comunicazione».
«Mi sembra di notare un'enorme contraddizione», prosegue De Bona, « da un lato tutti si dicono d'accordo sulla tutela del territorio, sulla difesa del paesaggio, sulla necessità di garantire la qualità dell'aria; poi all'improvviso, ecco però che spunta fuori un progetto come questo».
Ed allora come se ne esce?
«Per principio non sono contrario ad esaminare le proposte, anche perché poi c'è sempre tempo per dire di no. Quindi che facciano vedere i veri progetti, uscendo dagli equivoci degli annunci e delle anticipazioni. Di certo va stigmatizzato l'atteggiamento, a mio avviso completamente sbagliato, di chi crede si possa far passare un progetto del genere sulla testa di chi in quelle valli ci vive e teme di veder compromesso irrimediabilmente il suo habitat. Troppo facile dire di sì per chi abita lontano dai paesi interessati dal tracciato».
Dopo le anticipazioni dei giorni scorsi, immediato era stato il veto dei sindaci di Pieve di Cadore, Maria Antonia Ciotti, Santo Stefano, Alessandra Buzzo, e soprattutto Comelico Superiore, Mario Zandonella Necca. Quest'ultimo, in particolare, in una nota aveva rispedito al mittente il progetto di collegamento Italia-Austria con transito dal Comelico, tramite il traforo del Cavallino.
«Un'ipotesi», ribadiva Zandonella Necca, «da sempre contrastata dai comuni diretti interessati, sia sul versante italiano che su quello austriaco».
Favorevoli al cosiddetto “sfondamento a Nord” si sono detti invece, dalle colonne del “Corriere delle Alpi”, Domenico Cappellaro, Presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, e il sindaco di San Pietro, Silvano Pontil Scala.
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