Supporto psicologico anche per l’inverno
BELLUNO. Tre mesi di attività, 12 psicologi presenti e 22 interventi eseguiti: funziona il servizio di reperibilità psicologica per i familiari delle vittime di incidenti in montagna e per gli operatori, finanziato da Dolomiti Emergency per l’estate scorsa. E visto che il servizio funziona, si sta pensando di estenderlo anche al periodo invernale e, quando ci saranno maggiori risorse economiche, a tutto l’anno. La promessa è del presidente dell’associazione Gianluca Dal Borgo, che traccia un bilancio dell’attività svolta dal 14 giugno al 14 settembre, portata avanti assieme a Suem, Soccorso alpino e Associazione psicologi per i popoli.
«Riteniamo questo servizio di fondamentale importanza, non solo per le vittime di incidenti o i loro familiari, ma anche per i soccorritori», spiega Dal Borgo. «Per questo abbiamo deciso di ampliare il servizio dagli otto fine settimana dell’estate 2013 ai tre mesi dell’estate 2014, investendo 13.563 euro. Ora l’obiettivo è ampliare ulteriormente il servizio, garantendolo anche nel periodo invernale. È un obiettivo raggiungibile, anche perché Dolomiti Emergency sta crescendo: in un anno ha raddoppiato i soci, arrivando al 31 agosto scorso a quota 8.500. Per questo è importante rafforzare l’attività dell’associazione».
«In 92 giorni sono stati attuati 22 interventi», spiega Cristina Zaetta, coordinatrice del gruppo di psicologi che ha prestato la propria opera durante l’estate, garantendo turni di tre giorni h24 negli ospedali di Belluno e Pieve.
La maggior parte degli interventi sono stati eseguiti nelle parti alte della provincia e in particolare: 7 in Cadore-Comelico-Ampezzo; 6 in zona Belluno; 3 nell’Agordino; 2 nel Feltrino; 3 in Alpago e 1 sulle Prealpi Trevigiane. «Siamo intervenute anche nel luogo della tragedia del Molinetto delle Crode a Refrontolo», precisa Zaetta, che aggiunte: «Il mese con il maggior numero di interventi (11) è stato agosto. A seguire luglio con 10, giugno con 2 e settembre con uno. Si tratta di interventi di supporto ai familiari di persone decedute. Agli psicologi è stato garantito il semplice rimborso spese».
«È fondamentale che i soccorritori gestiscano una tragedia in modo corretto», precisa Giovanni Cipolotti, primario del Suem 118. «In caso contrario molti volontari rischiano di perdersi per strada».
«Questo servizio è una delle due sfide che abbiamo davanti», commenta Pietro Paolo Faronato, direttore generale dell’Usl 1. «La prima è quella di dotare le nostre strutture di apparecchiature moderne, ma per avere il meglio è necessario prendere in carico il paziente su ogni fronte ed è quello che stiamo cercando di fare, grazie anche all’aiuto della rete di associazioni che opera nel territorio. Anche nei pronto soccorso abbiamo portato gli psicologi e lo abbiamo fatto attrezzando delle stanze per garantire la privacy». (p.d.a.)
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