Svaniti nel nulla: nel Bellunese 22 misteri

Nell’elenco delle persone scomparse anche un uomo di cui non si hanno tracce dal 1951 e una filippina sparita a Cortina
Di Valentina Voi

BELLUNO. Qualcuno potrebbe essere rimasto vittima di un reato, o della montagna e delle sue asperità. Altri, invece, l'hanno forse scelto consapevolmente. Tutti hanno una cosa in comune: sono svaniti nel nulla, senza lasciare tracce. Sono 22 le persone scomparse in provincia di Belluno che non sono mai state ritrovate, né vive né morte. Una zona, quella delle Dolomiti, che per la sua naturale conformazione mette frequentemente alla prova la macchina dei soccorsi, che puntualmente si attiva e spesso riesce nel giro di poche ore a dare una risposta alle domande di chi attende a casa il ritorno di un parente o di un amico. Quando questo non succede, il nome della persona scomparsa entra in un elenco a disposizione di tutte le forze dell'ordine. E può rimanerci per anni.

Novantasette inverni, 65 dei quali passati nell’elenco delle persone scomparse. È questo il profilo del primo caso in ordine cronologico per quanto riguarda il database bellunese. Un uomo, classe 1919, svanito nel nulla in Germania nel 1951. Da allora non si hanno sue notizie ma il suo nome continua a fare parte dell'elenco delle persone scomparse insieme a quello di un altro uomo, classe 1932, che manca all’appello dal 1961. Il caso più recente è invece quello di Luciano Bizzotto, vicentino, di cui non si hanno notizie da agosto. Dopo la sua scomparsa, in Val di Gares, si è messa in moto a più riprese la macchina dei soccorsi che l'ha cercato anche a distanza di mesi. Ricerche che hanno dato purtroppo esito negativo.

Insieme a lui ci sono molte altre persone il cui mistero è legato alla montagna. Un ambiente meraviglioso che sa essere ostile e talvolta spietato. Tra i 22 nominativi presenti in elenco, ci sono alcuni stranieri in vacanza sulle Dolomiti bellunesi e che potrebbero essere rimasti vittime di un incidente in quota. I loro corpi, però, non sono mai stati ritrovati. In altri casi, invece, si tratta di anziani, a volte con problemi di demenza senile.

I malati di Alzheimer sono una delle categorie di soggetti più deboli, tanto che il ministero dell’Interno sta studiando l’estensione di una sperimentazione, realizzata per ora solo a Roma, che prevede la geolocalizzazione dei malati in modo da velocizzarne le ricerche. È proprio il ministero dell’Interno a gestire, tramite il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, il dato statistico in Italia: l’ultima relazione, datata agosto 2015, vede 31.372 persone (italiane e straniere) scomparse dal 1974 al 2015.

Quando si parla di genere la casistica bellunesi divide perfettamente a metà: gli uomini scomparsi sono 11, esattamente come le donne. Una di loro è un vero mistero: si tratta di una signora di origini filippine, classe 1967. Nell'estate di due anni fa si trovava a Cortina a seguito di una comitiva di spagnoli in vacanza. A dare l'allarme è stato il suo datore di lavoro: la sua dipendente era svanita nel nulla. Le Dolomiti sono state teatro di un'altra scomparsa misteriosa. Quella di giovane pakistano, all'epoca dei fatti 17enne, del quale non si hanno tracce dal 2010: si trovava nel Bellunese in occasione di una scuola estiva di calcio ma da più di 5 anni si sono perse le sue tracce.

Quando il tempo passa e le speranze si affievoliscono, la legge permette di poter dichiarare l'assenza o la morte (presunta) della persona scomparsa. Nel primo caso devono passare due anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente. Per dichiararne la morte presunta, invece, devono passare dieci anni. Un percorso lungo, a volte complesso. E così in questo elenco finisce anche il nome di Ismar Mesinovic, l'artigiano bosniaco residente nel Bellunese e morto come combattente in Siria. Ma in Italia il suo certificato di morte non è mai arrivato.

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