Sviluppo del Comelico la strategia prende forma

Completati gli incontri di “ascolto del territorio” legati ai fondi per le aree interne Tra le proposte il potenziamento dell’Utap e gli investimenti sull’ospitalità diffusa

SANTO STEFANO. Con gli ultimi due incontri pubblici svoltisi venerdì nella sala convegni dell’Unione montana, dedicati ai servizi socio sanitari e allo sviluppo locale, si è conclusa la prima fase di “ascolto del territorio” nell’ambito della Strategia nazionale aree interne (Snai) per il Comelico e Sappada.

I risultati dei quattro incontri (gli altri due riguardavano la mobilità e l’istruzione) assieme all’esito dei circa 80 questionari inviati dai portatori di interesse, serviranno per elaborare la bozza di strategia da presentare alla Regione e allo Stato, entro la metà del prossimo mese, previo un ultimo incontro pubblico illustrativo.

Anche in questo caso la metodologia proposta dal presidente dell’Unione montana, Alessandra Buzzo, assieme al consulente Marco Bassetto, prevedeva una sintesi delle criticità del Comelico e Sappada sui temi di riferimento, le possibili soluzioni con i risultati attesi rispetto alla strategia, le azioni da porre in atto.

Per quanto riguarda il tema dei servizi socio sanitari - era presente anche il direttore dei Distretti Usl Sandro De Col, oltre a medici e operatori del settore - da più parti si è evidenziata la situazione di profondo disagio per la popolazione che vive in montagna. L’accesso ai servizi specialistici e alle prestazioni sanitarie comporta lunghe trasferte con spreco di tempo e denaro. In questo senso si è ipotizzata la possibilità di favorire dove possibile la presenza di alcune figure (ad esempio geriatra, ginecologo, pediatra) in ambito locale. Per il pediatra da luglio vi sarà già questa opportunità a Santo Stefano di Cadore.

Altro tema il potenziamento dell’Utap con l’ampliamento delle prestazioni che già oggi sono possibili, il potenziamento del servizio di ambulanza con una qualificata presenza del personale addetto, lo spostamento dell’attuale sede del sub distretto in locali più adeguati con recupero di spazio per i servizi socio assistenziali della casa di soggiorno per anziani e per un eventuale centro diurno.

In materia di “sviluppo locale” le indicazioni emerse in modo praticamente unanime attengono alla individuazione del turismo sostenibile collegato alle incomparabili ricchezze naturalistiche, ambientali ma anche storiche e culturali del comprensorio, con una attenzione particolare alla situazione del turismo invernale che a Sappada, ma anche a Padola, necessita di supporto.

Alla base di tutto però c’è da risolvere il problema della ricettività, specie alberghiera, che nel comprensorio è molto carente. Di qui l’ipotesi di un recupero dei centri storici e degli edifici abbandonati per la creazione di una ospitalità “diffusa” in grado di accogliere i turisti.

Altro tema proposto quello della formazione e della riqualificazione degli operatori turistici, giovani e meno giovani, per migliorare lo standard qualitativo dell’offerta.

Resta infine un problema di marketing territoriale per valorizzare e diffondere la conoscenza di un territorio oggi spesso trascurato oltre i confini del Veneto.

Un’idea interessante riguarda un protocollo di certificazione che garantisca all’ospite alcune peculiarità come tratti distintivi e originali tali da meritare una visita ed un soggiorno.

Livio Olivotto

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