Tagli ai Patronati, prestazioni a pagamento

Alcuni servizi prima gratuiti da quest’anno avranno un costo. De Carli e Gris: «Penalizzati i più deboli»

BELLUNO. Dopo i cospicui tagli del governo ai Centri per l’assistenza fiscale, la mannaia si riversa anche sui patronati, che svolgono un’azione di tutela degli interessi e bisogni individuali nel campo sociale. Da quest’anno sono costretti a far pagare alcuni servizi prima erogati gratuitamente.

«I problemi sono scattati nel 2014. Noi siamo anche scesi in piazza per protestare contro queste razionalizzazioni», precisa Mauro De Carli, segretario della Cgil. «Abbiamo cercato di sensibilizzare la popolazione sul fatto che tagliare le risorse ai patronati, che hanno sempre offerto i loro servizi gratuitamente, avrebbe significato passare al pagamento delle prestazioni. E purtroppo, dopo aver cercato di evitare ciò, da quest’anno siamo dovuti ricorrere a questa soluzione. I servizi restano gratuiti solo per gli iscritti al sindacato», sottolinea De Carli.

Il contributo che viene richiesto per alcune attività si aggira attorno ai 10 euro, come conferma il direttore del patronato Inas Cisl, Stefano Gris. «Da gennaio, purtroppo, per far fronte ai tagli alle risorse pubbliche, abbiamo dovuto prevedere un contributo per alcune prestazioni, come i riscatti e le ricongiunzioni, la verifica e la rettifica delle posizioni assicurative, il ricalcolo delle pensioni per motivi reddituali e documentali e i versamenti volontari. Con questa somma, che non copre, comunque, il costo dei servizi erogati, il patronato potrà continuare a garantire il suo ruolo sociale e mantenere la gratuità della maggior parte delle prestazioni, come pensioni, assegno sociale, disoccupazione agricola e Naspi. Va infatti ricordato che oltre l’80% dei servizi offerti dall’Inas rimarrà gratuito e che agli iscritti non verrà richiesto alcun contributo».

«Costringere la gente a pagare queste prestazioni ci dispiace molto. Purtroppo, a farne le spese sarà una certa fascia della popolazione che è già in difficoltà», dicono Gris e De Carli. «Ma noi dobbiamo pagare i nostri dipendenti (6 per l’Inca e 7 per l’Inas), persone che ogni anno gestiscono complessivamente oltre 40 mila pratiche. Pratiche che sono spesso complesse e che richiedono una preparazione adeguata e molto tempo. E soprattutto sono in aumento», precisa Gris.

Oggi, il personale del patronato Inca Cgil sarà presente in piazza dei Martiri per far conoscere alla popolazione l’attività che viene svolta. (p.d.a.)

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