Tagli al volontariato, tutte le associazioni bellunesi in rivolta

«Le attività sul territorio rischiano così di saltare a scapito dei cittadini»
A destra il presidente del Comitato d’Intesa, Giorgio Zampieri e il presidente dell’Ana Belluno, Arrigo Cadore. E la sede del Centro servizi Volontariato del capoluogo montano
A destra il presidente del Comitato d’Intesa, Giorgio Zampieri e il presidente dell’Ana Belluno, Arrigo Cadore. E la sede del Centro servizi Volontariato del capoluogo montano
BELLUNO. Abbattimento del 75% dei fondi derivanti dal 5 per mille alle associazioni di volontariato. Lo prevede la legge di stabilità in discussione al Parlamento. Ma le associazioni bellunesi protestano: «Così le nostre attività sono a rischio». E chiedono ai politici di fermare la proposta. Un maxi emendamento alla Finanziaria ha ridotto ad un quarto il 5 per mille portando il tetto dai 400milioni precedenti a 100milioni di euro. «In questo modo», spiega il presidente del Comitato d'Intesa e Csv di Belluno, Giorgio Zampieri, «quasi 15milioni di cittadini italiani che hanno scelto di sostenere il volontariato e il Terzo settore con il 5 per mille, verranno traditi nella loro libera scelta. Il 5 per mille diviene così l'1,25 per mille colpendo soprattutto le piccole realtà presenti in provincia di Belluno che contano su questo contributo per la loro sopravvivenza. Realtà essenziali per un territorio montano come il nostro. E la cosa più grave», sottolinea Zampieri, «è che il volontariato subisce un taglio così drastico in un periodo già segnato dalla crisi economica». Il volontariato locale si unisce alla protesta di Csv net, Forum Terzo Settore, Consulta Nazionale del Volontariato e ConVol, che a livello nazionale hanno promosso un appello alle istituzioni a nome di tutto il mondo del volontariato e del non profit, nel quale si chiede di reintegrare le risorse per i servizi sociali e per il 5 per mille. «Per quanto riguarda il Comitato d'intesa si parla di 10-20 mila euro l'anno, una goccia ma che per le piccole realtà diventano molto importanti. Infatti se si toglie il 75% a queste somme si rimane con 2000 euro». Zampieri sottolinea come «il volontariato sia conscio delle difficoltà dello Stato a far fronte a tutte le richieste, però penalizzando il terzo settore si rischia di trasformare una crisi economica in crisi sociale. E in questo momento non è certo quello che si vuole». Tanto più che questo taglio si aggiungerebbe ad altri che il Governo sta mettendo in atto e che vanno a colpire ancora una volta il volontariato. Nell'appello promosso dalle principali realtà del volontariato nazionale e condiviso da Comitato d'Intesa e Csv si chiede a Governo e Parlamento di onorare gli impegni, di ascoltare il non profit e di non colpire i servizi sociali. In una parola, non togliere quelle risorse che in applicazione del principio di sussidiarietà i cittadini danno al volontariato e al Terzo settore. Ma a soffrire per questi tagli saranno anche altre associazioni tra cui l'Ana come dice Arrigo Cadore presidente della sezione di Belluno. «I soldi derivanti dal 5 per mille servono esclusivamente a sostenere l'attività di protezione civile. Se viene a mancare, anche per l'associazione nazionale, da cui dipendiamo, sarà sicuramente più dura». Problemi anche per le associazioni di donatori di sangue. «Cosa si vuole di più oltre al sangue?», precisa la presidente dell'Abvs, Gina Bortot che aggiunge: «Quanto sta succedendo non può che dispiacerci, perchè in questo modo si disconosce il valore dei volontari sul territorio. Ci stanno mettendo dei vincoli dappertutto e di ogni tipo, e anche usare il 5 per mille non è per nulla semplice anche se a noi arrivano circa 4000 euro all'anno che devolviamo automaticamente, visto che le nostre finanze per ora sono messe abbastanza bene, al progetto dell'Avis regionale portato avanti con l'ospedale di Treviso sulla ricerca ematica».

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