Tagli, il presidente della Provincia di Belluno: «Restituiremo le strade»
Bottacin: «Non riusciremo a chiudere il bilancio»
BELLUNO.
«Non riusciamo a chiudere il bilancio». All'indomani dell'incontro con il Prefetto, Gianpaolo Bottacin torna sui tagli comunicati a palazzo Piloni qualche giorno fa. Tagli che superano i cinque milioni di euro, senza contare i minori trasferimenti dalla Regione. Da qui la proposta-choc: «Restituiamo le strade a Roma». Proprio così: «Se tagli dovranno esserci, cominciamo dalle funzioni delegate».
Intanto, nella giornata di oggi, il Prefetto di Belluno, Carlo Boffi, scenderà nella capitale per una serie di incontri tecnici.
Il quadro è confuso sia dal punto di vista economico che politico. Incertezze che si avvertono inevitabilmente anche a livello provinciale.
«Se la situazione resta com'è, non riusciremo a chiudere il bilancio. Per questo mi sono confrontato con il Prefetto», spiega il presidente della Provincia, Gianpaolo Bottacin, che nelle prossime ore - crisi di governo permettendo - cercherà di contattare il ministro all'Interno Roberto Maroni. E' sua la firma a calce del decreto che ha tagliato i trasferimenti alle province. Per quanto messo in conto, nessuno però a palazzo Piloni si immaginava un taglio così drastico: cinque milioni e duecentomila euro in meno significa azzerare diverse attività e servizi. Si è parlato dell'unico studenti ma non è il solo.
«Anche l'anno scorso abbiamo avuto problemi a chiudere il bilancio, ma stavolta sarà dura», prosegue Bottacin. A sentire il presidente della Provincia, ad aggravare le condizioni economico-finanziarie dell'ente ci sarebbe l'eredità lasciata dai precedenti esecutivi: «Non è una novità per nessuno. Quando siamo subentrati, abbiamo trovato una situazione drammatica. Vale per la Provincia come per le società partecipate, da Dolomiti turismo a Dolomiti ambiente».
Queste le premesse di una stagione di lacrime e sangue: «Ma Belluno», sottolinea Bottacin, «non è l'unica provincia a risentire dei tagli. Certo, c'è da considerare che per una serie di ragioni, il nostro ente ha sempre ottenuto da Roma trasferimenti maggiori».
Insomma, Belluno rischia il baratro perchè - negli ultimi anni - pur non essendo stata riconosciuta né l'autonomia né la specificità, ha goduto di particolari meccanismi di riequilibrio.
In questi giorni, inoltre, Belluno si sta confrontando con altre realtà che più o meno hanno le stesse problematiche. «Sono in contatto con Biella», dice Bottacin. «Vogliamo capire se ci sono problematiche comuni da poter affrontare insieme».
Nel caso in cui i tagli non vengano ridimensionati, Bottacin ha già pronta una proposta-choc, quella di "restituire" a Roma le vecchie strade dell'Anas, oggi nell'asse patrimoniale della Provincia, ma gestite quasi interamente da Veneto strade.
«Lo Stato non può trasferire solo le competenze e toglierci le risorse. E' un paradosso», afferma Bottacin. Da qui la proposta che - se le cose non cambieranno - sarà inviata a Roma. E poco importa se il governo è dello stesso colore politico della giunta provinciale: «Siamo pronti a restituire le strade».
Bottacin ha già fatto i conti: «La gestione delle vecchie strade dell'Anas ci costa circa venti milioni di euro all'anno, soldi che diamo a Veneto strade».
«Visto che le cose stanno così», prosegue Bottacin, «deve essere Roma a subentrare nel rapporto con la società regionale. Noi non possiamo più permettercelo. Quando sarà il momento di sgomberare la neve, chiamino pure l'esercito».
«E' una delle poche alternative che abbiamo», conclude Bottacin. «Altrimenti dovremo intaccare la macchina amministrativa. I licenziamenti sono l'ultima ipotesi».
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