Tagli: le cooperative sociali bellunesi in allarme
Costigliola: «A rischio non solo i servizi ma anche molti posti di lavoro»
BELLUNO.
Cooperative sociali e associazioni di volontariato in allarme. Le sorti del fondo indistinto inquietano anche i soggetti deputati ad erogare servizi sociali, il più delle volte essenziali per l'assistenza. A rischio non sono solo gli utenti che ne usufruiscono, ma anche molti posti di lavoro.
Le cooperative.
Tra le cooperative più rappresentative che operano in provincia c'è Le Valli di Pasquale Costigliola che gestisce, tra l'altro, la comunità terapeutica di Cavarzano, servizi domiciliari agli anziani ed handicappati (soprattutto ad Agordo), il centro multizonale di Cusighe, la comunità alloggio di Venas e vede impiegati 340 lavoratori. «Siamo molto preoccupati perchè saltano servizi laddove abbiamo cercato di creare una rete tra Comuni, enti e cooperative per massimizzare i risparmi. Azzerare il fondo significa avere un effetto non indifferente sul territorio sia per gli utenti finali sia per i Comuni e le Comunità montane che avevano un risparmio perchè molti servizi si basano sul volontariato». E sul fronte del contenimento dei costi, Costigliola rimarca come «in questi ultimi anni abbiamo tenuto invariati i prezzi. E tra un taglio qua e un taglio là, alla fine le cooperative sociali si sono trovate a fare da cassa agli enti locali. Si pensi che la mia cooperativa è creditrice di centinaia di migliaia di euro nei confronti di Usl 1 e 2, e di alcuni Comuni di fatture emesse oltre un anno fa. E in attesa che ci paghino siamo costretti a corrispondere ai nostri lavoratori lo stipendio chiedendo dei prestiti alle banche con oneri non indifferenti che nessuno ci rifonde. E nonostante tutto ci tagliano. Tutto questo perchè non si è voluto introdurre l'addizionale regionale dell'Irpef». In vista della riunione di domani «staremo ad ascoltare visto che esiste già un piano di massima su cui muoversi per i tagli, ma le ricadute per il territorio saranno pesanti».
Il volontariato.
Anche il presidente del Comitato d'intesa, Giorgio Zampieri si dice molto preoccupato per come si evolveranno le cose per le associazioni di volontariato. «Molte convenzioni in essere con l'Usl sono destinate ad essere tagliate, come il trasporto a chiamata e il progetto "amministratore di sostegno", cioè corsi di formazione per tutori. Si parla di eliminare anche interventi con alcune associazioni come l'Anffas che gestisce l'appartamento protetto alle case Sperti», precisa Zampieri che aggiunge: «A rischio l'attività degli Acat, dei Club degli alcolisti in trattamento, dell'ausilioteca e dell'Uicaa, il servizio gratuito per i residenti per superare le barriere architettoniche e sociali concordato con la Provincia». La preoccupazione è che alcune convenzioni ancora in essere «vengano eliminate in corso d'opera», dichiara Zampieri, «mentre altre sono scadute. Sicuramente a risentirne, in questi casi, saranno gli utenti che erano abituati a un tipo di supporto importante. A farne le spese saranno ancora una volta, cioè le fasce deboli». Uno stato d'animo di profonda inquietudine quella che accompagnerà i rappresentanti di cooperative sociali e delle associazioni di volontariato domani all'incontro nella sede dell'Usl in via Feltre, con l'esecutivo della Conferenza dei sindaci. «Quello che vorremo è sollecitare e sensibilizzare questi soggetti a fare pressione anche loro sulla Regione affinchè questi tagli non vengano eseguiti», sottolinea Angelo Paganin, presidente della Conferenza dell'Usl n. 1. Il quale annuncia che «l'11 gennaio sarò a Venezia all'udizione dei presidenti delle Conferenze e lì cercherò di dimostrare i danni dell'azzeramento del fondo». Paganin parla di politica responsabilizzata. «Si è deciso di non rimettere l'addizionale Irpef, va bene, ma se la situazione economica cambia anche le scelte vanno ripensate. La politica deve rendersi conto che questo è un taglio che non si può fare».
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