Tamponato e rapinato ma nessuno gli crede
FELTRE. Un tamponamento sospetto. Fin dal primo aprile 2015, ai carabinieri qualcosa non tornava nel racconto del benzinaio Roberto Giglio, del Cucagas del Casonetto, accusato di simulazione di reato e appropriazione indebita aggravata.
Secondo la ricostruzione del luogotenente Alberto Cominelli, alle 22.48 l’imputato aveva chiamato la caserma feltrina sul numero fisso e non su quello di emergenza 112, denunciando di essere stato tamponato da una Golf quarta serie e di aver subito una rapina di 20 mila euro: l’incasso dal 29 al 31 marzo. Sull’auto, però, c’erano segni talmente lievi da non giustificare un urto tra due auto in corsa. Ad ogni modo, i militari avevano acquisito le immagini di un’area di servizio a 900 metri di distanza, in direzione Feltre, dove sarebbe dovuta transitare l’auto incriminata: la telecamera vede solo una pattuglia di ritorno da un posto di controllo.
Giglio avrà di nuovo bisogno dei carabinieri il primo giugno, dopo essere stato trovato sanguinante sul divano di casa: aveva dovuto spaccare un vetro per entrare, dal momento che non trovava la chiave. Due giorni dopo, eccolo al Cucagas alle 6 del mattino, consegna i giornali alla nuova gestrice del bar annesso che prima conduceva, aggiunge che sarebbe andato a comprare le sigarette e sparisce: chiuso per ferie. Il 4 giugno il padre ne denuncia la scomparsa. Giglio chiamerà il 112 il giorno 8 e sarà ritrovato in stato confusionale in un parcheggio di Limone sul Garda, nel Bresciano. Aveva tentato di togliersi la vita.
Durante le indagini, era emerso che l’amministratore dell’area di servizio Valerio Casarin aveva rilevato un ammanco in banca di 16 mila euro, l’incasso dei giorni 31 maggio e 1 giugno. La querela è del 10 giugno. Nel corso degli accertamenti, i carabinieri hanno capito che Giglio era solito frequentare bar con slot e Cominelli ha indicato due locali. Il problema era il gioco, insomma.
Dopo Cominelli tocca a un dipendente di Giglio testimoniare; lui assicura di non averlo mai visto alle macchinette. C’è di più: lui e la fidanzata sono sempre stati pagati puntualmente e hanno ricevuto la liquidazione nei termini. Altro teste un feltrino, che il 3 giugno avrebbe visto Giglio a piedi nel centro di Crespano del Grappa, in compagnia di una giovane donna e con un telefono in mano. Tanto preciso era stato all’epoca, tanto vago è parso ieri. Infine, un’addetta dell’assicurazione Amissima (parte civile), che non poteva chiarire granché.
Giglio è difeso da Pasin, che ha contestato gli orari del primo aprile e osservato che non c’è solo la statale 50, ma anche il vecchio tracciato dietro il distributore. Il processo davanti al giudice Feletto finirà il 25 giugno, con l’esame dell’imputato.
Gigi Sosso
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