Tangenti, arrestato primario: prendeva soldi per procreazione assistita
PIEVE DI CADORE Sarebbe di concussione l’ipotesi di reato contestata a Carlo Cetera, direttore dell'unità operativa di ginecologia e direttore del centro provinciale di procreazione assistita all’ospedale di Pieve di Cadore. L'accusa: chiedeva tangenti ai pazienti per far saltare le liste d'attesa della procreazione assistita. Il primario collabora anche con alcuni centro privati, a Villorba di Treviso e a Bologna. Da ieri pomeriggio Cetera, 62 anni, si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione.
L’inchiesta della Guardia di Finanza di Belluno sarebbe partita da una segnalazione anonima. La Gdf ha raccolto elementi probanti tali da giustificare l’ordine di custodia cautelare, emesso dal gip del tribunale di Belluno su richiesta del pm Antonio Bianco. Il primario è accusato di concussione aggravata e continuata oltre a interruzione di pubblico servizio. Secondo la ricostruzione, il medico induceva gli aspiranti genitori a pagare sino a 2.500 euro per ogni tentativo di p.m.a. (procreazione medicalmente assistita), riducendo a pochi mesi, in cambio, una lista d'attesa pubblica normalmente pari a 2 anni. Gli incontri per incassare le 'tangenti' solitamente erano fissati presso bar, stazioni, gelaterie, caselli autostradali, parcheggi. Sono sei le coppie che hanno confermato ai finanzieri di aver accettato di pagare, ma molte altre sono quelle che devono ancora rendere testimonianza. In un caso gli investigatori del nucleo di polizia tributaria di Belluno hanno anche filmato il passaggio di denaro tra una donna friulana (accompagnata nell'occasione dalla madre) ed il medico all'interno del bar presso la stazione di San Donà Piave (Ve), dove lo stesso si è fatto consegnare 2.000 euro pretesi rigorosamente in contanti.
Ieri i finanzieri hanno raggiunto il primario nel suo studio dell’ospedale di Pieve di Cadore, ma pare che l’operazione abbia toccato anche centri specializzati fuori della provincia di Belluno. Carlo Cetera, originario di Cittadella in provincia di Padova, è molto noto per la sua attività nel campo della procreazione assistita ed è proprio in questo ambito che si sarebbero consumati i reati contestati al primario.
Cetera stava per lasciare Pieve di Cadore per trasferirsi all’ospedale di Piove di Sacco, dove aveva vinto il concorso per il posto di primario.
E’ grande la preoccupazione dei vertici dell’Usl 1, come ha spiegato ieri il direttore generale Antonio Compostella: «E' una notizia pesante, anzi una mazzata. E' stata una sorpresa amara sia per quanto riguarda la figura professionale del dottor Cetera ma anche per l'azienda nel suo insieme, per l'ospedale di Pieve di Cadore e per il reparto stesso, che rappresenta un fiore all'occhiello della sanità bellunese».
E’ molto rammaricato il direttore generale e non può essere altrimenti visto quanto accaduto. Dopo le ben note questioni giudiziarie che hanno investito l'ospedale Codivilla di Cortina, ora tocca al nosocomio cadorino. «Dispiace per l'impatto che questo avrà per l'immagine dell'azienda. E' come mettere un brutto marchio su tutto l'ambiente che non lo merita per quanto ho potuto vedere in questo anno in cui sono qui. Ma sono fiducioso nell'operato della magistratura». Dopo questa notizia, il dg Compostella assicura che il reparto e il servizio di procreazione assistita continuerà . Agli arresti ieri era presente il direttore medico dell'ospedale di Pieve, Raffaele Zanella.
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