Tangenti, Lupi a Belluno: "Mai chiesto favori per mio figlio"
BELLUNO. Arriva a Belluno proprio nella giornata più difficile, quella in cui viene tirato in ballo per i rapporti con un paio di arrestati nella nuova inchiesta sulle tangenti sulle grandi opere della Procura di Firenze. Il ministro delle infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi è chiamato a rispondere alle tante domande dei giornalisti, a margine dell'incontro con gli amministratori locali, per fare il punto sulla situazione viabilistica del Comelico e della problematica legata alla galleria di Coltrondo.
«Non ho mai chiesto all’ingegner Perotti nè a chicchessia di far lavorare mio figlio - dice Lupi -. Non è nel mio costume e sarebbe un comportamento che riterrei profondamente sbagliato». Il riferimento è alla notizia, contenuta nell'ordinanza del gip, che suo figlio avrebbe ottenuto incarichi di lavoro da uno degli arrestati nella nuova inchiesta sulle tangenti. «Mio figlio Luca si è laureato al Politecnico di Milano nel dicembre 2013 con 110 e lode dopo un periodo di sei mesi presso lo studio americano Som (Skidmore Owings and Merrill LLP) di San Francisco, dove era stato inviato dal suo professore per la tesi. Appena laureato ha ricevuto un’offerta di lavoro dallo stesso studio per la sede di New York».
Secondo Lupi, Ercole Incalza, uno degli arrestati nell'inchiesta sui lavori pubblici a Firenze, «era ed è una delle figure tecniche più autorevoli che il nostro Paese abbia sia da un punto di vista dell'esperienza tecnica nazionale che della competenza internazionale, che gli è riconosciuta in tutti i livelli».
«Non a caso - ha proseguito il ministro - è la persona che viene definita come il padre della legge obiettivo ed il padre della possibilità che nel nostro Paese si siano realizzate le grandi opere». «Dobbiamo dimostrare che in Italia - ha concluso Lupi - si possono fare opere grandi, piccole e medie con trasparenza, certezza dei tempi, delle risorse e della qualità».
Da Belluno, Lupi ha espresso l'auspicio che in Veneto possa andare in porto l'alleanza fra Ncd e Tosi, anche se, da Roma, la senatrice Patrizia Bisinella, compagna dello stesso Tosi, nelle stesse ore diceva che il sindaco di Verona sarebbe andato da solo, senza Ncd.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi