Tangenti Mose, la versione di Galan: «Mai preso mazzette»

La presentazione del memoriale in diretta streaming: «Le mie ricchezze frutto della liquidazione Publitalia e azioni Veneto Banca»
13/03/2014 Roma, presentazione del Governo Ombra di Forza Italia, nella foto il ministro degli affari regionali Giancarlo Galan
13/03/2014 Roma, presentazione del Governo Ombra di Forza Italia, nella foto il ministro degli affari regionali Giancarlo Galan

PADOVA. Trenta pagine indirizzate al presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei deputati, Ignazio La Russa, e per conoscenza al relatore assegnato, il deputato di Scelta civica Mariano Rabino. Il titolo è eloquente: «Adesso parlo io». La memoria preparata da Giancarlo Galan insieme ai legati Antonio Franchini di Venezia e Niccolò Ghedini di Padova distilla - punto su punto - la verità dell’ex ministro, che questa mattina depositerà il documento - con tanto di corposo allegato - alla Camera dei deputati e poi terrà una conferenza stampa.

La diretta streaming. La conferenza stampa di Giancarlo Galan potrà essere seguita in diretta streaming su questo sito a partire dalle 11,30 circa.

La linea difensiva. L’accusa dei magistrati veneziani è quella di aver intascato somme non dichiarate per almeno quattro milioni di euro e di mantenere un tenore di vita molto al di sopra delle proprie entrate. La linea difensiva di Galan è netta: «Non ho preso una lira di tangenti, il mio tenore di vita è ampiamente sostenibile con i miei redditi». Tutta la memoria ruota attorno alla tesi di dimostrare «l’evidenza di un «fumus persecutionis» nei confronti dell’ex ministro. A sostegno di questa tesi, Galan porterà la ricostruzione - compiuta con l’aiuto di un commercialista - di tutti i suoi investimenti degli ultimi dieci anni: la villa a Cinto Euganeo, la casa a Rovigno, le barche (due e non tre come indicato dalla Procura di Venezia). Tutti beni acquistati grazie alla corposa liquidazione da direttore generale di Publitalia, all’indennità da presidente di Regione – percepita tra il 1995 e il 2010 - e da un profittevole investimento nelle azioni di Veneto Banca, acquistate a un prezzo molto basso e cresciute nel corso degli anni.

Sin qui Galan, che dopo aver ricevuto il no della Procura ad essere ascoltato (può depositare una memoria scritta in cancelleria, hanno mandato a dire i magistrati veneziani) ha deciso di allegare alla memoria per i colleghi deputati anche una seconda memoria, molto più corposa, nella quale smonta punto su punto la ricostruzione e l’interpretazione dei magistrati nell’inchiesta che ha portato in carcere mezzo Veneto. La memoria inizialmente predisposta per la Procura è allegata alla lettera rivolta al presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere. La commissione della Camera, che deve decidere entro il mese di luglio sulla richiesta di arresto per Galan, sentirà lo stesso nella mattinata di mercoledì. Risponderà alle domande dei colleghi sottolineando soprattutto la «persecuzione» in atto dimostrata dal teorema della magistratura rispetto al cosiddetto «sistema Galan».

La giunta della Camera. Alla Giunta per le autorizzazioni della Camera sono state depositate nei giorni scorsi in tutto circa 200mila pagine, tra ordinanza del pm e informative delle forza dell’ordine. Un lavoro immane cui i deputati devono dare risposta entro poche settimane. Nelle pagine della memoria di Giancarlo Galan è allegata anche un’intervista del marzo 2013 al nostro giornale nella quale l’ex ministro si difende punto su punto dalle accuse sull’esistenza di un «sistema» di imprese e faccendieri legati alla sua persona. Galan sostiene inoltre che la sua ex segretaria Claudia Minutillo, tra i grandi accusatori, avrebbe visibilmente falsificato la sua firma nelle distinte di deposito di alcuni conti correnti conto corrente presso S.M. International Bank Spa di San Marino. «La signora Minutillo non lavora più per me dal 2005» ha dichiarato più volte Galan, sottolineando che era venuto meno il rapporto di fiducia presistente.

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