Tangenti per il Mose: arrestati il sindaco di Venezia Orsoni e l'assessore Chisso. Richiesta di arresto per Galan

Maxi-operazione della Procura di Venezia: 35 persone sono state arrestate a vario titolo nell'ambito dell'inchiesta sull'ex ad della Mantovani Baita
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 12.10.2013.- Alzo Portelloni MOSE a Porto Lido.-
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 12.10.2013.- Alzo Portelloni MOSE a Porto Lido.-

VENEZIA. Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni è stato arrestato nell'inchiesta per corruzione, concussione e riciclaggio, della Procura di Venezia nell'ambito delle indagini sull'ex ad della Mantovani Giorgio Baita e gli appalti per il Mose. In manette anche l'assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso.

Secondo fonti della Procura veneziana, a vario titolo, sono finite in manette 35 persone complessivamente ed un altro centinaio sarebbero gli indagati. Tra le persone arrestate anche il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo nonchè il generale in pensione Emilio Spaziante. La Procura avrebbe chiesto l'arresto anche dell'ex governatore e ministro e Giancarlo Galan attualmente parlamentare e per il quale è necessario il via libera dell'apposita commissione.

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La diretta con gli aggiornamenti minuto per minuto

Ore 15.55. Gli inquirenti: "Orsoni consapevole del finanziamento illecito". Gli inquirenti sono certi di poter dimostrare come il sindaco Giorgio Orsoni fosse pienamente consapevole della provenienza del denaro e dunque "dell'illiceità del finanziamento".

Ore 15.45. Deputati veneziani del Pd: "Fatti che indignano". «Come tutti i veneziani siamo molto sconcertati per quanto è successo: i fatti che stanno emergendo disorientano ed indignano una città intera, il Veneto ed un intero Paese. Siamo anche stupiti per il coinvolgimento del sindaco di Venezia, ed amareggiati dal punto di vista umano e personale. Lo affermano i parlamentari veneziani del Partito Democratico, Pier Paolo Baretta, Andrea Martella, Michele Mognato, Sara Moretto, Delia Murer e Davide Zoggia in merito all'inchiesta Mose.

Ore 15.40. Zuccato (Confindustria Veneto): "Stop scandali, completate le opere". Si affida a due riflessioni per commentare gli sviluppi dell'inchiesta sul Mose il presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato. «La prima - sottolinea - è che come Paese non possiamo più permetterci scandali e figure come questa di fronte al mondo. Non è possibile che in Italia tutti i più grandi appalti abbiano lati oscuri che emergono solo anni dopo. È necessaria una profonda opera di pulizia nella politica ma anche nell'imprenditoria: chi ruba e chi corrompe altera il libero mercato e fa il male dell'Italia, e quindi di tutti noi». «La seconda - prosegue Zuccato - è che la logica dell'emergenza porta sempre allo sfascio: nel nostro Paese ritardi e burocrazia costringono a fare le cose con iter poco chiari, che spesso seguono percorsi non lineari. Serve una rivoluzione su questo fronte: meno norme, tempi certi, responsabilità chiare e riconoscibili per ciascun atto». Zuccato invoca ora chiarezza. «Chi ha sbagliato - precisa - e verrà condannato in via definitiva paghi davvero e soprattutto sia tenuto definitivamente distante dalla gestione della cosa pubblica. Aggiungo un'ultima considerazione: la costruzione del Mose vada avanti spedita. Siamo arrivati all'87% e serve finirla il prima possibile, è una grande opera di ingegneria che tutto il mondo ammira. Non cadiamo in un altro tipico errore italiano: confondere i fenomeni corruttivi con l'utilità di un'opera o di un evento, come fatto da qualcuno anche con Expo. Gli errori vanno puniti ma le opere necessarie vanno portare a termine»

Ore 15.30. Emiliano (sindaco Bari): "Il Pd deve denunciare ogni illecito". «Il Pd deve denunciare ogni possibile illecito: sono un sindaco che ha denunciato e fatto condannare suo assessore per millantato credito». Così Michele Emiliano, ex sindaco di Bari e magistrato antimafia, dopo le notizie sul Mose di Venezia.

Ore 15.00. Il Consorzio Venezia Nuova: "Siamo parte offesa, opera non va fermata". Conferma la propria estraneità, si iscrive tra le parti offese e si appella affinchè il Mose non vada fermato il Consorzio Venezia Nuova (Cvn) concessionario dei lavori della grande struttura oggetto dell'inchiesta che oggi ha portato all'arresto di 35 persone. In una nota il Cvn ricorda «la discontinuità rispetto alla governance precedente già pienamente realizzata lo scorso anno» e che «si tratta del proseguimento del lavoro svolto dalla Procura di Venezia». Il Cvn «auspica che saranno tenute distinte in tutto dall'opera eventuali responsabilità personali» e ribadisce che quale esecutore del Mose ha come sua unica mission consegnare in tempi certi, e a prezzo chiuso, rimasto invariato dal 2005, l'opera che salverà Venezia dalle acque alte». Secondo il Consorzio «deve essere respinto qualunque tentativo di fermare il Mose, un'opera che ad oggi ha superato l'80% del suo completamento, ed è ormai totalmente finanziata».

Ore 14.00. Il ministro Lupi: "Finire l'opera nella più totale trasparenza". «Sul Mose sono il primo ad avere interesse che l’indagine in corso accerti le eventuali responsabilità di singoli, che se acclarate vanno punite con la severità prevista dalla legge. Tutti diano la massima collaborazione in tale senso. Il totale rinnovamento dei vertici del Consorzio Venezia Nuova relega eventuali colpe a gestioni del passato che non devono rallentare o compromettere l’ultimazione dell’opera. Il Mose è realizzato all’85%, è completamente finanziato, va finito, nella più totale trasparenza, entro i tempi previsti e senza aumento dei costi. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha collaborato in questi mesi per portare avanti l’attività di costruzione del Mose, continuerà a farlo. Io sono ovviamente pronto a riferire al Parlamento sullo stato dell’opera». Così il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, in una nota.

Ore 13.45. De Menech (segr. reg. Pd): "Fare chiarezza subito". «Quanto si apprende dall'inchiesta sul Mose è un duro colpo per la buona politica, i fatti ripetono quello che è successo vent'anni fa, in un momento in cui stiamo facendo uno sforzo enorme per cambiare radicalmente il verso al nostro paese». Lo afferma il segretario regionale del Pd Roger De Menech, commentando gli arresti. «Nel pieno rispetto del lavoro della Magistratura e della sua indipendenza, e nel rispetto delle singole persone coinvolte - aggiunge -, va sottolineato che se qualcuno ha sbagliato deve pagare. Un ricambio nei modi e nelle persone del sistema di gestione veneta non è solo auspicabile, ma appare indispensabile antidoto al malaffare dilagante». «Da troppo tempo - continua De Menech - si profila un sistema veneto che coinvolge tutti i soggetti che da 20 anni hanno le mani sulle prospettive di sviluppo della nostra regione. Questo sistema, che coinvolge tutti, non è accettabile ed è necessario che si intervenga in modo assolutamente radicale sulla gestione degli appalti e della cosa pubblica».

Ore 12,20 Zaia annuncia conferenza stampa per le 17,30 Il presidente della regione Veneto Luca Zaia ha annunciato una conferenza stampa per oggi pomeriggio alle ore 17,30.

Ore 12.15 Bonanni: ridurre stazioni appaltanti. In Italia ci sono 30mila stazioni appaltanti contro il centinaio della Francia: è impossibile controllarle tutte. Questa l’opinione del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, secondo cui le ultime vicende di tangenti legate al Mose dimostra non solo che vi è una «condizione morale scadente ma anche un meccanismo sbagliato».

Ore 12.10 Fassino: Orsoni persona corretta. «Chiunque conosca Giorgio Orsoni e la sua storia personale e professionale, non può dubitare della sua correttezza e della sua onestà». Lo ha detto il sindaco di Torino e presidente dell'Anci Piero Fassino.

Ore 12.05 Alfano: pm corretti, arresti dopo elezioni. «Sono arresti che per i partiti che li hanno subìti hanno avuto il privilegio» di arrivare dopo le elezioni. Così il ministro dell'Interno e leader di Ncd Angelino Alfano rispondendo ai giornalisti sugli arresti per l'inchiesta Mose, a margine di un evento alla Selex Es a Chieti Scalo. «Ad altre formazioni politiche - afferma Alfano, facendo implicito riferimento al caso del presidente del Consiglio regionale della Campania Paolo Romano, del suo partito - in piena campagna elettorale a qualche giorno dal voto non è stato riservato lo stesso privilegio. Credo che istituzionalmente la Procura di Venezia sia stata davvero molto corretta».

Ore 12.04 Manildo: preoccupante intreccio. È «sconcertato» il sindaco di Treviso Manildo per gli sviluppi dell'inchiesta sul Mose. «L'indagine della Procura di Venezia - spiega in una nota - delinea un preoccupante intreccio tra potere politico, anministrativo ed economico. Per quanto riguarda poi il coinvolgimento della Regione credo che siamo davanti ad un sistema e a un funzionamento che devono certamente cambiare».

Ore 12 Grasso. massima severità in caso di danno erariale. «È necessaria la massima severità nei casi in cui la Corte accerti il danno erariale». Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, alla presentazione del Rapporto della Corte dei Conti per il 2014 proprio nel giorno in cui sono scattati arresti tra vari amministratori in Veneto nell'inchiesta sul Mose.

Ore 11.35 Galan non commenta. Il deputato per ora non rilascia dichiarazioni e dice di non aver ancora ricevuto gli atti con la richiesta di custodia cautelare.

Ore 11.20. Zaccariotto: "Sono esterrefatta". La presidente della Provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto, è «esterrefatta» dai risultati dell’inchiesta sul Mose nel cui ambito stamattina il sindaco del capoluogo veneto, Giorgio Orsoni, è finito ai domiciliari e in cui sono state arrestate 35 persone, e auspica che si possa arrivare presto a un chiarimento. «Sono rimasta esterrefatta per quanto accaduto, e prendo atto che c’è un’indagine in corso. Mi colpisce soprattutto da un punto di vista umano, perchè si tratta di persone che conosco bene, e mi auguro che tutto si possa risolvere nel migliore dei modi per loro e per le loro famiglie, e anche nell’interesse dei cittadini e della città di Venezia».

Ore 10.30. Salvini: "Non è un'inchiesta a orologeria". «È terribile, l’inchiesta riguarda non solo politici ma anche ex uomini della Questura, della Guardia di finanza oltre a cooperative e imprenditori, cioè quasi un "pacchetto completo"». Così Matteo Salvini in diretta ad Agorà, su Rai3. Il segretario federale ed europarlamentare di Lega nord commenta così gli arresti per corruzione, concussione e riciclaggio ordinati dalla Procura di Venezia sugli appalti per il Mose. «Gli appetiti non si fermano mai - sostiene Salvini -. La mia piccola consolazione è che nella vicenda Expo non c’è nessun leghista e in questa del Mose metto la mano sul fuoco sull’estraneità di Luca Zaia, presidente di Regione del Veneto. Non penso comunque sia un’inchiesta a orologeria, perché quando si arrestano 35 persone ci saranno elementi certi. Nessuno poi ha pensato che il Nord fosse immune da episodi del genere: questa gente va dove ci sono i soldi, e quindi dove c’è il Mose, le paratie sul lago di Como, la Tav e i quattrini. Bisogna allora essere assolutamente impietosi: se è vero quello che viene rilevato, tutti devono essere mandati via».

Ore 10.20. Cacciari: "Stupito da coinvolgimento Orsoni". «Sì, ammetto, sono stupito. Ho sempre contestato le procedure assunte per dare il via ai lavori del Mose, ma non pensavo certo a provvedimenti della magistratura nei confronti dell’attuale sindaco». Così l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, intervistato da Radio Città Futura dopo i 35 arresti per presunte tangenti sul Mose. «Le mie posizioni - ha aggiunto Cacciari - sono da molto tempo conosciute, agli atti. Da sindaco, durante i governi Prodi e Berlusconi avviai un processo di discussione e verifica ed in tanti passaggi ebbi modo di ripetere che le procedure assunte non permettevano alcun controllo da parte degli enti locali e che il Mose si poteva fare a condizioni piùvantaggiose. L’ho ripetuto milioni di volte, ma senza essere ascoltato. Negli anni del governo Prodi, all’ultima riunione del comitatone, che diede il via libera al proseguimento dei lavori del Mose - ha ricordato Cacciari - fui l’unico a votare contro, con il solo sostegno di una parte del centrosinistra. Da allora non me ne sono più interessato».

Ore 10.15. Variati: "Inquietante sistema di corruzione". L'inchiesta Mose delinea un inquietante sistema di intrecci e corruzione». È il commento del sindaco di Vicenza Achille Variati riguardo all'inchiesta della procura lagunare che ha portato all'arresto, tra gli altri, del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e dell'assessore regionale Renato Chisso. «Questa è una delle molte ragioni per cui dopo vent'anni è evidente la necessità di cambiare il governo della regione».

Ore 10.00. Ecco tutti gli arrestati. Ecco i nomi degli arrestati nell'ambito dell'inchiesta: Giovanni Artico, Stefano Boscolo Bacheto, Gianfranco (detto Flavio) Boscolo Contadin, Maria Brotto, Enzo Casarin, Gino Chiarini, Renato Chisso, Patrizio Cuccioletta, Luigi Dal Borgo, Giuseppe Fasiol, Giancarlo Galan (parlamentare), Francesco Giordano, Vincenzo Manganaro, Manuele Marazzi, Giampietro Marchese, Alessandro Mazzi, Roberto Meneguzzo, Franco Morbiolo, Luciano Neri, Maria Giovanna Piva, Emilio Spaziante, Federico Sutto, Stefano Tomarelli, Paolo Venuti. Ai domiciliari Vittorio Giuseppone, Dario Lugato, Giorgio Orsoni, Andrea Rismondo, Lia Sartori, Danilo Turato.

Ore 9.30. C'è anche la richiesta d'arresto per Lia Sartori. Tra le richieste d'arresto della procura di Venezia c'è anche quella per Lia Sartori, che è ancora europarlamentare. L'accusa è sempre finanziamento illecito.

Ore 9.25. Il sindaco Orsoni è ai domiciliari. Per Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti del Mose, sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Ore 9.20. Gozi (Pd): "E' il passato che non passa". «La mia reazione a caldo e da membro di un governo del cambiamento è che queste vicende mi sembrano appartenere ad un passato che non passa e incidono molto negativamente sullo sforzo di cambiamento che noi vogliamo realizzare». Lo dichiara Sandro Gozi ad Agorà. In diretta su Rai3, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche europee è intervenuto sugli arresti per corruzione, concussione e riciclaggio ordinati dalla Procura di
Venezia sugli appalti per il Mose. «Nel momento in cui - continua Gozi (Partito democratico) - noi stiamo facendo uno sforzo profondo per il cambiamento del Paese e in cui c’è finalmente una nuova generazione al Governo, fa un male terribile essere sempre ripresi da un passato e da un sistema che non passa: noi cerchiamo di andare avanti e ogni volta siamo tirati giù da un passato che non passa. Queste inchieste hanno origini passate e vedono sempre coinvolti personaggi di un’altra fase politica. E comunque, anche se l’inchiesta arrivasse a verificare l’innocenza di tutti quanti, assolutamente possibile visti gli arresti per ora di custodia cautelare, tutto ciò fa un male terribile all’umore e al clima collettivo, che avremmo invece bisogno di avere positivo. Ogni volta siamo presi da questa palude di inchieste giudiziarie, ma raddoppieremo i nostri sforzi perchè è ancora più evidente che in Italia c’è bisogno di cambiamento».

Ore 9.15. Toti (Forza Italia): "Spero magistrati abbiano valutato bene". «Non possiamo ancora dare una lettura politica. Mi auguro che i magistrati abbiano agito con tutte le tutele del caso, visto che siamo anche alla vigilia di importanti ballottaggi in tutta Italia». Giovanni Toti interviene a caldo sugli arresti per corruzione, concussione e riciclaggio ordinati dalla Procura di Venezia sugli appalti per il Mose. In diretta su Rai3 al programma televisivo Agorà, l’europarlamentare e consigliere politico di Forza Italia ha continuato così la sua dichiarazione: «Come fu per l’Expo prima delle Europee, inchieste come queste stanno piombando in tutta Italia. Premesso questo, i magistrati facciano il loro lavoro. Io di tutto ciò non ne ho nessuna consapevolezza: se qualcuno ha rubato, la magistratura faccia serenamente il suo lavoro fino in fondo, e speriamo che ripulisca l’ambiente il più possibile, vale per il Mose e ancor più per l’Expo. Si tratta tra l’altro di due operazioni con grande visibilità anche all’estero, motivo per cui spero che la magistratura abbia ponderato bene quanto sta facendo, perchè se c’è qualcuno che ha fatto i propri interessi è giusto che vada in galera e ci vada il prima possibile. Ma è altrettanto evidente che queste operazioni minano quasi la nostra credibilità di sistema Paese in un momento già difficile - conclude Toti -. Spero che tutti si siano mossi con i piedi di piombo e la dovuta attenzione, e che gli arresti non ritardino nè la fine del Mose nè bloccare l’Expo su cui contiamo per alcuni punti di Pil nel prossimo anno».

Ore 9.10. Arrestati anche 2 ex presidenti del Magistrato alle Acque. Tra i 35 arrestati nell'ambito di una serie di reati legati alla realizzazione del Mose a Venezia, ci sarebbero anche due ex Presidenti del magistrato alle acque emanazione del Ministero delle infrastrutture. In carcere sarebbero finiti Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna Piva. Entrambi sarebbero entrati nella vicenda in base - secondo fonti degli inquirenti - a dichiarazioni fatte nel corso dell'inchiesta da parte degli indagati dei vari filoni d'indagine.

Ore 8.35. Cacciari: "E' uno sconquasso politico". L'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari intervistato da SkyTg24 sull'inchiesta che ha portato all'arresto dell'attuale sindaco Giorgio Orsoni ha commentato: "E' uno sconquasso politico".

Ore 8.20. Da fondi neri soldi per la politica.  Gli arresti eccellenti di questa mattina all'alba in Veneto, tra i quali quello del sindaco di Venezia Gioirgio Orsoni e dell' assessore regionale Renato Chisso, partono da una partono da una inchiesta della Guardia di finanza di Venezia avviata circa tre anni fa. Il pool di pm Stefano Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonino (Dda) avevano scoperto che l'ex manager della Mantovani Giorgio Baita, con il beneplacito del proprio braccio destro Nicolò Buson aveva distratto dei fondi relativi al Mose, le opere di salvaguardia per Venezia, in una serie di fondi neri all'estero.

Il denaro, secondo l'accusa, veniva portato da Claudia Minutillo, imprenditrice ed ex segretaria personale di Galan, a San Marino dove i soldi venivano riciclati da William Colombelli grazie alla propria azienda finanziaria Bmc. Le Fiamme gialle avevano scoperto che almeno 20 milioni di euro, così occultati, erano finiti in conti esteri d'oltre confine e che, probabilmente, erano indirizzati alla politica, circostanza che ha fatto scattare l'operazione di questa mattina all'alba. Dopo questa prima fase, lo stesso pool, coadiuvato sempre dalla Finanza, aveva portato in carcere Giovanni Mazzacurati ai vertici del Consorzio Venezia Nuova (Cvn). Mazzacurati, poi finito ai domiciliari, era stato definito «il grande burattinaio» di tutte le opere relative al Mose. Indagando su di lui erano spuntate fatture false e presunte bustarelle che hanno portato all'arresto di Pio Savioli e Federico Sutto, rispettivamente consigliere e dipendente di Cvn, e quattro imprenditori che si spartivano i lavori milionari.

Ore 7.55. L'inchiesta partita tre anni fa. È partita circa 3 anni fa l’indagine che la Gdf, guidata da un pool di pm della procura di Venezia composta da Stefano Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonini, ha condotto sulle opere relative al Mose e che stamattina ha portato a 35 arresti, fra cui quello del sindaco di Venezia, dell’ex presidente della Regione Veneto e dell’assessore regionale alle Infrastrutture. L’anno scorso, dopo i primi anni di indagine, erano arrivati i primi arresti eccellenti: a finire in manette, fra gli altri, Giorgio Baita, ex top manager della Mantovani, una fra le principali aziende di costruzione del nordest, e, in una seconda fase, Giovanni Mazzacurati, che, al momento del fermo, si era da poco dimesso dai vertici del Consorzio Venezia Nuova.

Ore 7.50. La notizia degli arresti. Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni è stato arrestato nell'inchiesta per corruzione, concussione e riciclaggio, della Procura di Venezia nell'ambito delle indagini sull'ex ad della Mantovani Giorgio Baita e gli appalti per il Mose. In manette anche l'assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso. Tra le persone arrestate anche il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo nonchè il generale in pensione Emilio Spaziante.

Video. La prova delle prime quattro paratoie del Mose

 

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